Solo le riforme possono salvare il settore dei Giochi

Pubblicazione: 20 Dicembre 2022 ore 09:00

soltanto le riforme salveranno il gioco legale

Dal periodo emergenziale pandemico sino al suo termine e poi, anche successivamente, si è continuato a disquisire sul riordino nazionale del settore del gioco poiché le sue attività commerciali non riescono più a proseguire nel loro normale cammino in conseguenze della sovrapposizione delle norme Regionali che ostacolano questo stesso cammino rendendo “inutile” l’esistenza del gioco pubblico sul territorio.

Tante piccole imprese hanno chiuso recentemente sia per colpa della pandemìa che appunto delle Leggi Regionali “capestro”, licenziando purtroppo i propri dipendenti: situazione di disagio totale per il settore che risente anche della tassazione iniqua che viene applicata al settore del gioco italico che è in pratica quello più tassato a livello europeo!

Dunque, oltre a sollecitare il nuovo Esecutivo ad intervenire al rinnovo della normativa ludica che è decisamente obsoleta ed inapplicabile, servirebbe un intervento “profondo” ed attento anche su di una riforma fiscale che potrebbe salvare l’intero settore: il che non è sicuramente poco.

Questa “vista del mondo ludico” diversa da quella che riguarda soltanto il riordino dell’intero settore è da tenere in massima considerazione poiché proposta da chi ha contribuito praticamente e con esperienza agli studi effettuati dalla Commissione Parlamentare di inchiesta illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico: di certo il riordino è essenziale e per questo ci si auspica che il nuovo Esecutivo faccia i passi necessari per uscire da quell’assenteismo che recentemente è stato fatto proprio dalle Istituzioni che negli anni si sono susseguite.

Serve una riforma anche a livello fiscale

Ma sicuramente una equa riforma fiscale può risolvere la situazione economica dell’intera industria del gioco e contrastare con efficacia e prontezza l’illegalità sul territorio, contrastando anche il gioco problematico e senza avere effetti negativi sulle entrate erariali.

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Ma soprattutto riforma fiscale necessaria per la salvaguardia dei tantissimi lavoratori che vengono impiegati nelle imprese di gioco, ed anche per la tutela delle entrate erariali.

Il tema della fiscalità è stato affrontato con attenzione dalla Commissione citata proprio poiché si ritiene che una diversa gestione dei prelievi tributari possa contribuire a risolvere la problematica che coinvolge sia la raccolta, che l’illegalità ed il gioco problematico.

Bisogna combattere con una certa qual incongruenza che a volte si sottopone quando si parla di ridurre l’offerta di gioco, imporre orari di accesso e smorzare l’attrattiva delle vincite per ridurre il gioco compulsivo, cose che fanno a pugni con il mantenimento della raccolta del gioco pubblico che prima del periodo pandemico si era assestata intorno agli 11,35 miliardi di euro all’anno.

Sono questi di fatto i dati che sono stati esaminati e comprovati: ma entrando in una analisi più approfondita, forse proprio da essi emerge un suggerimento per poter arrivare alla soluzione dei problemi a mezzo di una tassazione più equa e mirata senza arrivare, come si è fatto negli ultimi anni, ad imporre fiscalmente percentuali che sono arrivate ad essere le più alte in Europa, come già accennato.

Ecco, quindi, quale potrebbe essere “una semplice ed equa soluzione” che darebbe fiato all’intero settore ludico, cercando di essere il più semplice possibile nell’esporre un concetto che potrebbe sembrare forse bizzarro.

Dobbiamo contrastare il Gioco problematico

Senza alcun dubbio per accrescere le entrate erariali e per contrastare il gioco problematico ci vorrebbe il coraggio di ridurre le aliquote di prelievo erariali, mentre per i giochi non di sorte incrementare le percentuali di vincita ai giocatori: almeno riportarle ai livelli fissati all’avvio della prima concessione di raccolta di gioco relativa alle Awp.

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Inoltre in ogni gioco, e come avviene già nel comparto delle scommesse, si dovrebbe prevedere la tassazione sul margine residuo dopo le vincite e non sulle somme giocate, eliminando così quel drammatico equivoco di tassare sul totale delle somme giocate che non appare decisamente equo.

Applicare a tutti i giochi la tassazione che si applica alle scommesse è un mantra che le associazioni di settore portano avanti da un bel pezzo, senza peraltro essere mai ascoltate.

E nonostante appaia il modo più semplice per intravedere finalmente una tassazione non “falsata” come quella attuale che appesantisce senz’altro l’operatore dei giochi specialmente quello che gestisce le apparecchiature da intrattenimento!

Affrontiamo il discorso delle Vlt

Proprio in relazione a questi apparecchi si potrebbe prevedere un 50% del margine un’aliquota congrua di prelievo erariale sul “cassetto netto”, dopo aver riportato la percentuale di payout a non meno del 75% per rendere il gioco più “appetitoso” ed in concorrenza con quello illegale che offre sempre importi più favorevoli del gioco pubblico.

Lo stesso discorso si potrebbe applicare alle alle macchinette videolottery legali in Italia con una percentuale di restituzione delle vincite che deve decisamente tornare ad oltre il 90%, come accade in tutte le Case da Gioco al di là dei nostri confini, ed inclusa la sala Diamond di San Marino.

Mentre ci si incammina in questo “risanamento” del gioco e per sostenere sia le entrate erariali che il contrasto al gioco problematico sarebbe importante sostenere i giochi con maggiore intrattenimento e minore impatto d’azzardo.

Ma continuando a disquisire sulle apparecchiature come le Awp e la loro riduzione, apparecchi che certamente sono di minore contenuto di rischio e che si trovano generalmente negli esercizi generalisti ci si incamminerebbe verso un errore strategico grave per le entrate erariali, per le imprese e gli stessi giocatori.

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Servono anche interventi tecnici

Forse sarebbe più giusto concentrarsi sulle Vlt con maggiore componente d’azzardo, magari affidandosi ad interventi tecnici e strumentali per predisporre un allungamento delle partite ed una riduzione del costo giocata.

Queste non vogliono apparire affermazioni espresse per una cieca difesa del comparto del gioco legale, ma esclusivamente considerazioni dettate dall’evidenza dei dati: come è altrettanto suggeribile che per impedire che il giocatore online si orienti su siti esteri, non esiste altra soluzione che applicare condizioni più vantaggiose rispetto a quanto offerto dagli stessi siti esteri.

Da non sottovalutare che una minor pressione fiscale consentirebbe di innalzare le possibilità di vincita e di fidelizzazione dei giocatori ai siti nazionali con una maggior loro tutela riguardo la garanzia di incasso delle vincite.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.