Un gioco d’azzardo demonizzato non fa il bene di nessuno

Quando si sente parlare nel nostro Paese del gioco d’azzardo, contrariamente a quanto avviene in quasi tutte le altre realtà, si vede e si “sente di pancia” che l’intervistato si ritrae trovandosi quasi in imbarazzo e, poi, risponde con frasi del tutto negative: addirittura con concetti sentiti in TV o letti sui quotidiani che sono davvero poco personali e non esprimono veramente ciò che ognuno pensa nei confronti del gioco.

Invece quando allo stesso soggetto, cittadino qualunque, si richiede cosa pensi sul consumo dell’alcol quasi sempre la risposta si racchiude nel consueto “un bicchierino ogni tanto non fa male”… Dunque, l’alcol “ogni tanto” fa bene, mentre “una partita” alle famigerate slot machine fa diventare nell’immediato un giocatore problematico?

O quanto meno questo concetto è portato avanti nel tempo non solo dall’opinione pubblica nella sua globalità, ma anche da un movimento politico che decisamente “non molla l’osso”, o meglio lo fa soltanto quando gli conviene in ambito elettorale.

Il Gioco non è il padre di tutti i mali

Ma non solo, continua ad inseguire il gioco come fosse “il padre di tutti i mali” od addirittura la “piaga del secolo”: ma si sa che ogni testa è un piccolo mondo ed ognuno ha il diritto di pensare ciò che ritiene giusto!

Ma a chi scrive questi paragoni, invece, “fastidiano parecchio” sopratutto guardando il cammino che sta mettendo in atto il settore dei giochi per sbarazzarsi dell’immagine di quel gioco fumoso ed illegale che si porta sulle spalle dai tempi dei famosi video-poker: immagine che è davvero difficile e scomoda ma che fa pare di quei retaggi che continuano ad essere incollati agli operatori del settore e che non fanno altro che conferire al comparto poca serenità.

Però, quel che più conta sono retaggi che quasi impediscono al mondo dei giochi di crescere come vorrebbe, di farsi apprezzare e di accattivarsi quel rispetto che chi rappresenta lo Stato nell’offerta del suo gioco pubblico dovrebbe ricevere. Ma in realtà, come ben si sa, non è così ed esiste sempre qualcuno che “rema contro” o mette i bastoni tra le ruote al settore ludico.

Magari pure in questo momento delicato per tutta l’industria ludica che sta aspettando con trepidazione il riordino del gioco terrestre che tarda davvero ad arrivare.

Le istituzioni devono trovare un’intesa al piu presto

E la motivazione sino ad oggi è quella che le Amministrazioni regionali non riescono a trovare un’intesa da poter sottoporre al Ministero dell’Economia e delle Finanze e che “metta pace” tra distanziometri, fasce di accensione delle apparecchiature da intrattenimento, qualificazione degli esercizi che ospitano il gioco e quelli che lo trattano in modo esclusivo.

Insomma, la trattativa ed il confronto tra Stato e Regioni sembrano essere ancora in stallo che si spera potrà sciogliersi a breve perché tanti stanno aspettando la rivoluzione normativa promessa dal Governo Meloni: l’unico in tanti anni che si è assunto l’onere e la responsabilità di affrontare una materia scomoda ed alquanto difficoltosa come quella dei giochi anche per tutto l’interesse economico e sociale che vi ruota attorno: quello delle imprese che hanno investito, la salute e la tutela dei giocatori, l’occupazione.

Senza dimenticare naturalmente gli introiti che vanno a rimpinguare le casse erariali ed infine anche gli importi che dovrebbero essere di pertinenza delle Regioni che sono quelle che sostanzialmente dovrebbero provvedere a sostenere le campagne sia di informazione che per la prevenzione del gioco problematico, oltre naturalmente supportare con il servizio sanitario locale coloro che vengono coinvolti dalle derive che il gioco d’azzardo, purtroppo, a volte procura.

Il disturbo da gioco d’azzardo è un problema serio

E qui “ci piace” però aprire la nostra quasi consueta parentesi per sottolineare che una volta per tutte dovrebbero essere resi pubblici i veri dati che attengono il disturbo da gioco d’azzardo poiché si ha la netta impressione che si vogliano far arrivare “cifre e percentuali” ben diverse dalla realtà: ed in ragione di questo più volte si è dimostrato che le ricerche effettuate in materia da società a livello internazionale rivelano una situazione completamente diversa del gioco da quella che “si vuole far arrivare” al pubblico.

Non si è invece così solerti, almeno è ciò che appare a chi scrive, con le percentuali che si riferiscono ad alcol e droga: eppure la cronaca ci consegna e ci fa confrontare con episodi quasi quotidiani di persone di giovane età che sono coinvolte in “disastri automobilistici mortali” poiché si trovano alla guida proprio sotto alcol o sotto droga od addirittura assunti insieme per avere un risultato più “coinvolgente”: tutto ciò, se si passa il termine, sta rientrando forse nella normalità?

Mentre quando si parla di gioco appare tutto molto enfatizzato: un settore dal passato oscuro e l’immagine collettiva che ne esce risulta ancora oggi magari in parte condizionata da questo pensiero.

Ci vorrà ancora del tempo prima di riuscire “a ripulire” questa immagine che non riesce a far progredire il nostro italico gioco che, “ci piace” sottolinearlo, dall’estero è molto ben considerato ed a volte preso ad esempio quanto meno per la sua regolamentazione dettagliata e specifica.

In Italia c’è ancora troppo proibizionismo nei confronti del Gioco

Almeno sino al famigerato divieto della pubblicità ai giochi che, comunque, è stato preso ad esempio da tanti Paesi seppur non in modo così proibizionistico come è accaduto in Italia. Ma si deve andare oltre e continuare a lottare per “vincere” il paragone tra il gioco e le altre derive prendendo atto che il fumo e l’alcol sono socialmente accettati, mentre il gioco d’azzardo ancora no.

A questo, probabilmente, ha contribuito anche il suo divieto totalitario, contenuto nel Decreto Dignità, che oltre tutto ha dato un’immagine prettamente deleteria del mondo dei giochi ma che, sopratutto ha reso indistinguibile la scelta tra il gioco legale e quello che non lo è, da parte di chi non conosce ancora i “lati oscuri” che nasconde il gioco illegale e rischia di trovarsi coinvolto in situazioni a dir poco pericolose: anche questo ha creato una nuova distorsione della percezione del gioco!

Ma l’ultimo “strale” che si vorrebbe lanciare è indirizzato ai media ed a come viene raccontato il settore e qui un attento esame di coscienza non ci starebbe per niente male…

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