La vita di alcuni personaggi illustri della storia ed il gioco d’azzardo
Nei giorni scorsi chi scrive è stato davvero “rapito” da un bellissimo articolo che riguardava la vita del famoso Giacomo Casanova che per la maggior parte delle persone è simbolo di seduzione, avventura, bellezza: ma quasi nessuno sa che questo personaggio in quei tempi fosse stato coinvolto nel mondo del gioco, specialmente da quello che oggi si può paragonare al black jack.
Chi scrive è amante particolarmente di due periodi come il ‘600 ed il ‘700 e dei suoi tanti personaggi illustri, nonché della città di Venezia (facendo parte di quel territorio per nascita) che ha sempre esercitato un fascino del tutto particolare.
Ecco perché si vorrebbe risalire a qualche notizia che riguarda Casanova ma che esuli dalla ritrita immagine di uomo “che fugge dalle stanze di giovani donzelle”, ma che invece nutre interessi ben diversi da quelli tramandati dalla storia e che si è stati abituati a leggere. Avventure che difficilmente hanno evidenziato il vizio del gioco che invece ha convissuto parecchio nella sua vita anche segnandola con certe esperienze piuttosto scabrose.
Un personaggio davvero particolare
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Quindi, compiacenza assoluta per questo scritto che ha fatto conoscere il risvolto ludico di un personaggio certamente particolare e che ci ha sospinto verso “antiche” resipiscenze di studio dell’arte che ci ha fatto incrociare tra artisti della nostra epoca, e quindi congegnali alle tecniche apprese da chi scrive, anche con la vita di un artista spiacevolmente “collegato” al gioco d’azzardo di quel tempo.
E si parla di Alessandro Merisi detto Caravaggio che con il gioco e con i suoi interpreti di allora ha avuto un incontro abbastanza dispendioso, intenso che lo aveva fatto diventare irascibile e litigioso ma gioco così coinvolgente da riuscire a fargli esprimere questo suo malessere in un dipinto molto noto che si intitola “I bari” nel quale ha espresso un’immagine “fotografica” di una partita a carte.
Ma ora chi ancora ci legge si domanderà perché oggi si vuole ritornare a quel periodo storico ed a questi personaggi che ci hanno voluto trasmettere qualcosa del proprio vissuto e del loro incontro con il gioco d’azzardo che era in vita sin da allora.
Così, il tema del gioco e quello del blackjack, è stato spesso ripreso da artisti speciali nel corso di diversi secoli ed interpretato sia come spazio ludico e divertente ma anche come sorta di cerimoniale di una certa categoria sociale.
Il ruolo del Gioco d’azzardo nella società di un tempo
Infatti, il gioco d’azzardo veniva considerato come strumento perfetto per indagare la realtà e raccontare quel tipo di società, ma anche per sottolineare ed evidenziare una certa morale attraverso il confronto tra i diversi personaggi, il loro risvolto umano ed il loro tipo di atteggiamento: quindi, si rappresentava lo scaltro e l’ingenuo, il buono ed il cattivo.
I soggetti del gioco incontrarono moltissima fortuna, sopratutto a partire dal XVII secolo in avanti, tanto che è un piacere condividere la conoscenza di un dipinto come “I bari” che ha raccontato un “soggetto” intrigante come il gioco d’azzardo diventato un protagonista raffigurato nelle tele di allora.
Oltre tutto, se si vuole fare un paragone con il mondo del gioco attuale, tranquillamente si può affermare che è ugualmente intrigante e coinvolgente nonché trasportatore di sensazioni e sentimenti anche oggi.
Seppur vissuto con tutta la modernità, l’innovazione e la tecnologia che lo rende particolarmente affascinante e curioso, e sempre portatore di una dose misteriosa che è ciò che attrae piacevolmente: soltanto, però, quando tende a rimanere un gioco ed un divertimento, perché quando esce da questa “cornice” deve destare assolutamente “senso di pericolo”.
Ora si ritorna all’opera del Caravaggio denominata appunto “I bari” , dipinto olio su tela che proprio in virtù della scelta di un tema così diffuso allora raccolse una grande fortuna diventando un modello che fu replicato da numerosi seguaci del Caravaggio.
Una partita di carte che ha fatto la storia dell’arte
Opera che rappresenta solo apparentemente una partita di carte, mentre ad un occhio più avvezzo racconta una vera e propria truffa ben orchestrata da due giocatori navigati per raggirare un giovane ingenuo di buona famiglia, forse addirittura alla sua prima esperienza di gioco. Giovane che appare così concentrato nel scegliere le sue carte che non riesce ad accorgersi della complicità dei suoi due avversari che vogliono aiutarsi e segnalare le mosse da effettuare.
L’atmosfera appare tesa oltre modo tanto che si riesce quasi a percepire “l’urgenza” dei due bari visto che questi ultimi si protendono verso il giovane: ed a ben guardare si può interpretare la serena bellezza del giovane che si contrappone alla bruttezza dell’anziano baro che guardando le proprie carte fa un cenno al suo connivente tenendo un braccio allungato sulla tavola e stringendo con una mano le carte, mentre con l’altra è pronto a prenderne una che tiene nascosta nella cintura.
Viene anche da chiedersi a quale gioco siano impegnati “I bari”: alcuni aspetti fanno propendere per un gioco molto diffuso nel Seicento, chiamato “Primiera” antenato del moderno poker e giocato con carte francesi che mostrano i quattro semi, cuori, quadri, fiori e picche.
Ma ora, senz’altro, chi ancora ci legge si pone il motivo per cui la nostra mente che solitamente si occupa del gioco d’azzardo attuale con tutte le sue variegate rappresentazioni, le sue problematiche, la sua normativa, il suo riordino in corso si è spinta così indietro nel tempo.
La storia c’insegna che il gioco d’azzardo può essere anche divertente
Bene è un regalo che si vuole fare al popolo dei detrattori che ritiene che il nostro attuale gioco sia “la piaga del secolo e la causa di tutti i mali”, di fatto rappresentando due episodi diversi e chiaramente lontani nel tempo come quelli che hanno coinvolto Giacomo Casanova e Michelangelo Merisi detto Caravaggio: si intende significare con questo che il gioco d’azzardo è sempre stato vivo anche tra personaggi importanti, con episodi a volte anche gravi che hanno segnato la loro esistenza ma che poi ha abbandonato le loro vite.
Dunque il “demone gioco”, come viene rappresentato appunto dai suoi detrattori, è sempre esistito e continuerà ad esistere ed ovviamente di questo dovranno farsene una ragione, come accaduto a coloro che vivevano nel ‘600 o nel ‘700 che vi hanno “convissuto” e che ne sono “sopravvissuti”.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro