Illegalità e Gioco: Le Leggi Regionali vanno riviste

Pubblicazione: 21 Novembre 2023 ore 08:19

troppe norme non migliorano il gioco

Quella espressa nel titolo è un’affermazione decisamente “forte” che non è sicuramente propria di chi scrive, che non ha di certo voce in capitolo trattandosi di questioni legali e territoriali, ma che si evince da alcune dichiarazioni rilasciate al Forum Acadi 2023 da personaggi che possono esprimersi in tal guisa, sopratutto quando fanno parte del Ministero delle Finanze e dell’Economia in occasione della presentazione del Bilancio di sostenibilità del gioco pubblico.

Oltre tutto, come si sa, in queste settimane, anzi negli ultimi giorni l’argomento del futuribile riordino dell’intero settore dei giochi è all’ordine del giorno per la sua importanza vitale proprio nei confronti di un settore ludico che ha necessità di una ristrutturazione piuttosto “impegnativa” e decisamente a largo raggio.

Come ben si sa, il riordino nazionale del gioco è un aspetto importante da un punto di vista economico, sociale e territoriale: ed è esattamente qui che entrano in campo le famigerate Leggi Regionali “capestro”.

Norme restrittive che per anni stanno dando del filo da torcere alle attività di gioco specialmente in alcuni specifici territori che da sempre hanno “dichiarato guerra al gioco d’azzardo”.

L’importanza delle Regioni in materia di Gioco

In effetti, ciò che è emerso nel Forum Acadi 2023, ma che era piuttosto chiaro anche prima, è che sul tema del gioco pubblico le Regioni e gli Enti Locali hanno “giocato” un ruolo determinante e pesante perché è stata portata avanti ad oltranza, e contro qualsiasi logica, la volontà di voler ridurre gli apparecchi da intrattenimento ed i centri scommesse.

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Decisioni di sicuro non molto ragionevoli che si sono dimostrate ostative nei confronti delle attività del gioco legale proprio con quelle normative estremamente restrittive che hanno portato alla costituzione di una sorta di “zone di caccia aperta” dove l’illegalità ha visto proliferare i propri affari in modo spropositato.

Zone nelle quali il gioco legale è stato espulso dal proprio territorio di competenza che gli era stato affidato, come Riserva di Stato, a mezzo di una concessione.

Autorizzazione speciale dello Stato studiata appositamente per tutelare i giocatori , anche quelli che si dilettano nei casinò su internet con giochi live dal vivo, ed il territorio proprio dall’ingerenza dell’illegalità che ha sempre visto nel mondo del gioco d’azzardo un “porto sicuro” nel quale riciclare i risultati delle proprie operazioni illegali che continuano a concretizzarsi nonostante il dispiegamento delle Forze dell’Ordine.

Essere troppo severi non è una buona cosa

Così con le regole scritte per annunciare l’entrata in campo dei cosiddetti distanziometri e delle fasce orarie di accensione degli apparecchi di gioco si è voluto porre un limite a chi frequenta abitualmente il gioco per cercare di frenare la voglia di intrattenersi con tali apparecchiature: cosa che secondo il parere di tanti esperti non ha ottenuto il risultato desiderato, anzi: forse si è arrivati all’effetto contrario, di spingere il giocatore ad una ricerca con ancora più animosità di un luogo di gioco consono alle proprie necessità.

Risultati che sino ad oggi apertamente le Regioni hanno difficilmente ammesso, come non hanno ammesso l’effetto espulsivo delle Leggi Regionali che sono state messe in discussione anche dal CdS.

Tali Leggi in buona parte hanno davvero costituito delle realtà ad alto rischio dove il giocatore poteva addirittura aumentare le proprie giocate ed il proprio tempo di gioco: realtà “zonali” in mano al mercato dell’illegalità che non poteva che essere felice di questo “passo falso” delle Amministrazioni locali che pensavano erroneamente di aver tolto dalla circolazione il fenomeno del gioco.

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Ma così non è stato: la voglia di gioco è rimasta, fortunatamente nella maggior parte voglia di divertimento ed intrattenimento.

Si devono evitare le derive del Gioco

E non sfrenata ed irresponsabile voglia di gioco senza fine che porta alle derive che indiscutibilmente possono nascere quando il giocatore non riesce più a gestire il suo desiderio “di essere baciato dalla Dea Fortuna” che, in realtà, appare piuttosto di rado sopratutto in quelle “zone” dove prolifera il gioco illegale che sicuramente non è quello che tutela la salute degli stessi giocatori e li istiga, invece, a giocare sempre di più ed a volte non paga neppure le vincite…

Ma nonostante queste esperienze che le Regioni non possono disconoscere, questa voglia di mettere in campo norme sempre più restrittive si è estesa su tutto il territorio sino ad arrivare ad oggi quando la vita commerciale delle aziende di gioco è diventata improponibile, ingestibile, non remunerativa: a tal punto che parecchie imprese sono state costrette a chiudere i battenti.

Senza dimenticare l’esperienza del periodo pandemico che per il gioco legale è stata tremenda “ed il gioco è fatto”: le Riserve di Stato sono allo stremo e non aspettano altro che il riordino dell’intero settore per provare a ritornare a vivere come rappresentanti dello Stato, della legalità, della tutela della salute.

Un periodo di tensione

Con ciò si spiega la tanta tensione che gli operatori stanno provando in questi giorni nell’attesa di avere notizie definitive circa il decreto attuativo che riguarda il gioco: in aggiunta serve sottolineare che non si può continuare con gli stessi errori e si sperava che le Regioni facessero un passo indietro almeno ora che il riordino pare non essere più una mera promessa.

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Informare dalle scuole per avere un Gioco responsabile

Purtroppo, sembra che soltanto ora, con l’insediamento del Governo di Giorgia Meloni lo Stato si sia accorto che il gioco pubblico “ha un suo bel perché” nei confronti dei cittadini, del territorio, nel sociale, nell’occupazione e per mantenere gli introiti che il settore riversa “senza se e senza ma” nelle casse erariali che hanno sempre necessità di essere sostenute.

Dobbiamo proteggere sempre i giocatori

Solo ora, forse, ci si rende conto che è essenziale che lo Stato detenga il controllo sui giochi per proteggere i giocatori, i minori ed i soggetti vulnerabili ed influenzabili: come è essenziale che il settore abbia una buona regolamentazione ed abbia scopi di solidarietà in modo da partecipare al sociale a pieno titolo.

Sopratutto, serve che una volta per tutte lo Stato riconduca il settore sotto la “sua ala diretta” e che faccia tornare rispetto e dignità ad un insieme di aziende che credono in questo business che a volte può essere senz’altro difficile per il tanto danaro che movimenta e per i tanti interessi che vi girano attorno… ma che porta anche tanto divertimento ed intrattenimento.

 

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Vanessa Maggi

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.