Ci stiamo allontanando da un gioco sostenibile e divertente

gioco sostenibile e divertente

Negli ultimi anni il mondo del gioco pubblico, compresi i siti di casino online, ha cercato tutte le strade per “rendersi sostenibile” nei confronti della società e per farsi accettare dall’opinione pubblica: lottando strenuamente contro le campagne mediatiche che sono state messe in campo e che hanno colpito le menti di una buona parte dei cittadini che considerano questo settore ludico, le sue imprese ed i suoi operatori qualcosa di “particolare” che non ha nulla a che vedere con la normalità di qualsivoglia altra attività lavorativa.

Insomma, un business per coloro che vogliono camminare “sul filo del rasoio” tra la regolarità, l’ambiguità e la criminalità.

Nonostante tutto, ciò che il gioco è riuscito a concretizzare è servito parecchio al nostro sociale: finalmente si è anche fatto conoscere all’opinione pubblica, e certo non con facilità, i numeri delle risorse che il settore ludico è riuscito ad impiegare in questi anni, dando lavoro ad un numero considerevole di persone che altrimenti sarebbero state “in mezzo alla strada” a cercare un lavoro che rappresenta ancora oggi una chimera per tanti e che lo Stato non riesce a garantire. In modo particolare ai giovani che spesso e volentieri sono costretti ad andare all’estero per riuscire ad avere una occupazione “decente e giustamente retribuita”.

Infatti, il nostro Governo, neppure quello attuale Giallo-Verde, per il momento non riesce a risolvere questo annoso problema.

Il Gioco non può farcela da solo

Dunque, il settore dei giochi e dei casino online migliori in Italia, da solo e senza alcun aiuto statale, ha “costruito” parecchie nuove professioni onestamente impensabili sino a qualche tempo fa, professioni oltre tutto particolarmente destinate alla parte più giovane della nostra società, visto che il gioco ha parecchio a che fare con la tecnologia che è sempre in evoluzione così come appunto il mondo dei giochi.

Tutto questo “darsi da fare” da parte delle associazioni che tutelano gli imprenditori ludici era mirato a “farsi accettare”, ad essere sostenibile, proponendo legalità e competenza, professionalità e serietà arrivando ad avere buoni risultati nel proprio ambito: e non solo.

L’industria del gioco ha contribuito a tante imprese umanitarie, ha sostenute parecchie iniziative sociali sia per quanto riguarda la ricerca sanitaria, la ristrutturazione architettonica, il rilascio di borse di studio: insomma, si è applicata a 360° per cercare di farsi conoscere sotto l’aspetto più sociale.

E, sopratutto, far conoscere ai più che i propri protagonisti sono tutti personaggi “puliti, trasparenti, legali, professionali” che rappresentano lo Stato a mezzo delle concessioni che lo stesso rilascia.

Personaggi e protagonisti super controllati sotto il profilo della moralità e delle finanze: quindi, non cittadini di serie B, ma assolutamente cittadini come tanti altri che hanno scelto il business del gioco d’azzardo.

Evidentemente, tutto questo impegno da parte dell’industria del gioco non è stato preso in considerazione dai vari Esecutivi che si sono succeduti, e particolarmente dall’ultimo Giallo-Verde così apertamente e dichiaratamente “avverso” al gioco pubblico ed alle slot machine: ecco, forse, perché ci si trova ancora oggi a dover subire una ulteriore tassazione, come una doccia più che gelida, con l’ulteriore aumento del Preu applicato sulle apparecchiature da intrattenimento.

Le Manovre di Bilancio che interessano i Giochi

Aumento che sarà effettivo dal 1° gennaio 2019 e che è stato inserito nell’ultima Manovra di Bilancio. Come è ovvio che sia, questo nuovo provvedimento ha sbilanciato gli operatori del settore che non possono che commentarlo con rabbia e tanta preoccupazione per un futuro che già non si presentava certamente “radioso”.

Una delle reazioni più comuni che si può raccogliere è quella che di gioco si parla sempre: di riformarlo, di abolirlo, di espellerlo dai vari territori. Ma poi si torna sempre a “mungere una mucca” che giorno dopo giorno sta cedendo il passo alle mafie ed all’illegalità in generale”.

E questo pensiero dovrebbe veramente far riflettere le istituzioni, ma non in modo superficiale come succede spesso e volentieri quando di parla del gioco pubblico.

Settore che si trova con un ulteriore aumento che va ad inserirsi ed a sommarsi alle limitazioni territoriali, l’installazione della tessera sanitaria sugli apparecchi da intrattenimento, il progetto di riforma sulla Awpr ed anche ad un’offerta illegale che sta prendendo il posto di quella statale.

Ma a tutto questo non ci si può opporre perché ormai le manifestazioni in piazza lasciano il tempo che trovano e forse aggravano ulteriormente la situazione del gioco pubblico nei confronti della cittadinanza che ormai ha quasi radicata l’idea che il gioco rappresenta solo ed unicamente il malaffare e la confusione.

I continui attacchi al mondo dei Giochi

Forse, bisognerebbe pensare ad altre forme di protesta come, per esempio, astenersi dalla raccolta: spiegare così all’opinione pubblica che i miliardi che il gioco “produce e che vengono incassati dall’Erario, sono miliardi che gli stessi cittadini risparmiano in tasse e che grazie al gioco lecito finiscono in servizi per tutti e non nelle mani della criminalità.

É dura certamente far entrare questo concetto nelle menti “offuscate” dalle campagne denigratrici dei media… ma potrebbe essere una strada percorribile seppur difficilmente. Prima, però, bisogna pensare a salvare le aziende medio piccole che sono in pericolo e che lo saranno ancora di più con questi aumenti.

Si sta creando, purtroppo, una sorta di “anarchia” nel settore ludico dove i concessionari si sentono autorizzati ad imporre ai gestori rapporti diversi e differenti da quelli iniziali: a volte persino ponendo fine agli stessi senza motivo od alzando le percentuali in modo spropositato.

Sembra di essere in un tunnel dove non si vede una via di uscita. Sembra che il settore voglia “lanciare un appello” a questo Esecutivo Giallo-Verde: fermare questo aumento che “distruggerà il settore” e porterà gli operatori a pagare quasi il 75% di tasse, più Irap ed Irpef, poiché questo costringerà tante aziende a chiudere ed a mettere in strada dipendenti ed indotto.

Bisogna anche sottolineare che si continua a rifiutare un qualsiasi incontro con il settore e che chi applica queste nuove tassazioni sembra “non conoscere assolutamente il settore dei giochi”, ma continua in ogni caso a prendere iniziative contro di esso. Ma perché?


Contenuto a Cura di

Giornalista Vanessa Maggi

Vanessa Maggi

Giornalista

Gioco Sicuro e Legale

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.

Pubblicazione: 11 Gennaio 2019 ore 11:37

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