Cambiamenti per il Gioco dalle autonomia delle Regioni
Sicuramente il Ddl per l’autonomia differenziata delle Regioni sta facendo parecchio discutere e, naturalmente, non solo per quello che riguarda il mondo del gioco. Infatti, il provvedimento sta facendo disquisire la nostra politica per quello che riguarda una possibile ulteriore divisione del nostro Stivale e, proprio per questo, non è un decreto ben visto da tutti gli schieramenti politici: la divisione che potrebbe apportare tra Nord e Sud è per tanti soggetti politici un passo indietro e non un passo verso la coesione nazionale.
Questa è la motivazione per la quale risulta un provvedimento piuttosto osteggiato anche se il Premier Meloni lo difende con la sua solita caparbietà: risulta significativo sottolineare che questa contrarietà nei confronti del concetto dell’autonomia differenziata ha da sempre seguito l’iniziativa della Lega anche quando non faceva parte dell’Esecutivo e quindi della maggioranza come accade oggi.
Un lungo percorso da affrontare
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Ma si starà a vedere cosa accadrà al suo percorso che, in ogni caso, è ancora lungo e del tutto aperto a qualsiasi intervento o modifica.
Ciò che si può dire attualmente è che per quanto riguarda il sistema del gioco pubblico il Ddl non dovrebbe portare eccessive varianti nella sua gestione da parte delle Regioni, “autonomamente differenziate” o meno.
Oggi, infatti, le stesse Regioni sono già titolari di competenza legislativa ed in materia di giochi possono individuarsi due categorie di norme, secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale: la prima comprende le previsioni che disciplinano il contrasto all’illegalità, nonché quelle che individuano i giochi leciti e che regolano le modalità di utilizzo e di installazione delle apparecchiature di gioco.
La seconda categoria di norme ha come obbiettivo quello di contrastare il gioco problematico o patologico attraverso limitazioni come l’apposizione di diverse fasce orarie di accensione degli apparecchi di gioco e di distanze dei locali dove si offre il prodotto gioco dai cosiddetti “luoghi sensibili” che, però, a volte cambiano da territorio a territorio e che sono liste spesso “lunghissime e talvolta imprevedibili”.
Confusione tra un giungla di Norme
Ma mentre le prime norme ricadono sotto la competenza statale in materia di ordine pubblico e della sicurezza, e chi ancora ci legge con profonda pazienza si ricorderà che il Governo Draghi aveva già sottoposto al Consiglio di Stato il proprio parere in merito, le seconde invece vanno ricondotte alla competenza suddivisa tra Stato e Regioni in materia di tutela della salute ed alla gestione del territorio.
Mario Draghi, infatti, aveva già sottolineato il principio che il Governo centrale avrebbe già dovuto avocare a sé la competenza statale in relazione all’ordine pubblico ed alla sicurezza del territorio che negli ultimi anni sono stati lasciati (forse anche ingiustamente “supportati dalla latitanza” delle istituzioni) a carico delle Regioni e dei Comuni, mentre sono di netta competenza statale come statuisce l’art. 117, comma 3 della Carta Costituzionale. Poi tutti i passaggi successivi, purtroppo, sono “passati nel dimenticatoio” in conseguenza della caduta del Governo.
Ricordiamoci sempre dei principi Costituzionali
E così oggi si dovrebbe ricominciare da capo, ma “riesumando” questo principio sancito, comunque, dall’articolo indicato della nostra Costituzione e del quale chi di dovere dovrebbe assumersi la paternità effettiva d’uso della sua applicazione. In ogni caso, secondo la Corte Costituzionale oggi risulta già essere consentito alle Regioni di intervenire con misure intese ad inibire l’esercizio di sale da gioco ubicate al di sotto di una distanza minima dai cosiddetti luoghi sensibili al fine di prevenire il gioco problematico.
Tali disposizioni, d’altra parte, risultano avere l’obbiettivo dichiarato di tutelare le persone fragili e vulnerabili, i minori d’età ed anche a “prevenire appunto forme di gioco compulsivo, come ad esempio nei siti italiani legali ADM dov’è consentito il 10eLotto, ma anche per evitare pregiudizi per il territorio, la viabilità e la quiete pubblica”.
Quindi, il potere delle Regioni attualmente è già “forte” e più che sufficiente per difendere le conseguenze sociali, o le derive, che possono derivare dall’offerta del gioco indirizzate a fasce di consumatori più deboli.
Alcune norme appaiono molto restrittive
Queste norme emesse dalle Regioni, seppur oggi vengano giudicate dall’intera industria del gioco eccessivamente restrittive ed in alcuni territori arrivano addirittura ad espellere il gioco pubblico, e quindi legale, dalle zone di competenza, sono da far rientrare nella materia della “tutela della salute” e della “gestione del territorio” sulle quali spetta alle Regioni ed alle Province autonome la potestà legislativa.
E proprio in funzione delle norme in essere, così come formulate attualmente e sinceramente ritenute a volte “alquanto discutibili dal comparto ludico” la Corte Costituzionale si è espressa favorevolmente nei confronti di tali normative imposte dalle Regioni che non consentono il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di sale da gioco ed all’installazione di apparecchiature da intrattenimento a distanze inferiore di 300 o 500 metri (pronunce relative alla Provincia di Bolzano, alla Legge Regionale Abruzzo ed a quella in vigore nella Regione Puglia). E perché raccontare tutte queste riflessioni di fronte ad un nuovo Ddl che, purtroppo, non riguarda direttamente il sistema ludico?
Forse il gioco ha “paura” del Ddl Autonomia Differenziata delle Regioni? Si potrebbe affermare forse che esiste probabilmente qualche leggera preoccupazione, ma di certo non paura: in quanto più restrizioni di quelle già messe in atto in questi ultimi anni dalle Amministrazioni regionali non ci si può attendere, seppur da questo eventuale futuribile intervento istituzionale!
Ancora tanti problemi in capo al Gioco
Eventuali estensioni all’autonomia di tali amministrazioni non dovrebbero far nascere altre tematiche a sfavore del mondo dei giochi che già deve dribblare distanziometri, fasce orarie, luoghi sensibili: ed anche attendersi novità sulle pronunce dei TAR e del Consiglio di Stato.
Si può dire che ormai il settore ludico è pronto a quasi tutto ciò che può ostacolarlo ed è quasi abituato a conviverci: meno male che recentemente le pronunce di alcuni Giudici hanno iniziato ad esprimersi diversamente dalle sentenze precedenti.
Pare di cogliere un diverso modo di valutare il gioco e la sua attuale normativa, ed anche si nota un maggiore equilibrio nell’ascolto dei dati sottoposti alla attenzione dei Magistrati: infatti, non è che tutto ciò che presentano le Regioni od i Comuni oggi “sia preso sempre per oro colato” come un tempo… e per fortuna si potrebbe aggiungere e concludere!
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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