Sport e Scommesse: ancora tante domande alle quali rispondere
Senza alcun dubbio sarà l’imminente arrivo del riordino “dell’intero” settore del gioco che spinge i suoi addetti ai lavori a porsi tuttora infinite domande che da anni non hanno una vera risposta e che, quindi, provocano conferenze, incontri e persino tavoli di confronto.
L’ultimo, in ordine di tempo, è stato quello richiesto dal Ministro dello Sport, Abodi, alle Istituzioni per discutere ancora una volta del divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse.
Ovviamente quello stesso divieto, seppur a distanza di cinque anni, non è stato ancora digerito dai settori coinvolti ed è evidente che appena se ne presenta l’occasione diventa il fulcro di tante disquisizioni anche se sembra ormai confermata la imponenza dei danni che tale intervento istituzionale ha provocato sia al sistema-gioco che alle società di calcio.
Aziende che da diversi anni viaggiavano in sinergia con comprovate partnership che apportavano notevoli introiti ad entrambi i comparti: ma quel divieto non è stato assolutamente digerito e neppure tanto compreso sopratutto all’estero.
Laddove parecchi “interessati” si soffermavano sulla sua motivazione e sulla considerazione dei possibili mancati introiti che il divieto riusciva a provocare.
Un discorso che dev’essere riaffrontato il prima possibile
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Ma il discorso resta sempre vivo sino a quando non si deciderà di rivisitarlo, ridurlo, conformarlo ai tempi, e magari addirittura eliminarlo mettendo invece dei paletti ben definiti per la pubblicità che va senza dubbio regolamentata con dei confini ben delimitati a tutela delle persone vulnerabili.
Ma di tutto questo, obbiettivamente, si continua “soltanto” a parlarne e non si arriva a nulla di pratico: se ne è parlato anche recentemente da parte del Presidente della Lega Serie A che non si è esentato dal sottolineare gli effetti negativi sul calcio del divieto della pubblicità, ma si è anche intrattenuto sull’apporto che il mondo del gioco con vincita in danaro consegna a quello dello sport e del calcio in particolare.
E non solo questo: la Serie A già da parecchio tempo ha indicato al Governo una serie di misure e di strategie che potrebbero aiutare il movimento del calcio professionistico del nostro Paese.
D’altra parte, tutto ciò che lo migliora, automaticamente migliora a cascata l’intero impianto dello sport, ricordando anche nello specifico che il 60% della sua intera fiscalizzazione è a carico dello stesso calcio.
Anche le scommesse legali sul calcio generano introiti
La cosa, inoltre, che salta maggiormente agli occhi, ma soltanto di coloro che la vogliono vedere, è che le disposizioni del divieto della pubblicità hanno prodotto una perdita di qualche centinaio di milioni di euro di mancati introiti: e si deve anche ricordare con un minimo di onestà, e cercando di essere obbiettivi, che il gioco con vincita in danaro e lo sport, in special modo le scommesse online sul calcio su siti italiani legali ADM, producono moltissimi introiti erariali ed in cambio, purtroppo, non ottengono praticamente nulla dalle istituzioni come invece avviene in altre realtà peraltro vicine al nostro Paese, come la Francia.
La Serie A, inoltre, continua a sottolineare l’impegno che si accolla per quando riguarda gli stadi: cosa che non accade nel Regno Unito, per fare riferimento ad una realtà dove il gioco ed il calcio sono totalmente rispettati.
Infatti, un rinnovamento importante delle strutture sportive britanniche è da attribuirsi ad un imponente finanziamento pubblico alimentato dai giochi e dalle lotterie: in quella realtà non si “teme (politicamente)” di usare le risorse del gioco per impiegarle in altri settori…
Comunque, l’Italia lo ha fatto già in passato con la giocata aggiuntiva al Lotto ma per i beni culturali: possibile che pur avendo giochi fondati sul calcio non si riesca a trovare una formula di redistribuzione che a cascata vada anche all’indirizzo del settore? Sembra quasi un’ipocrisia ed una mancanza di rispetto.
Viene tirato in ballo anche il gioco del lotto
Per i beni culturali si è pensato di “sfruttare il Lotto”, ed invece per uno sport tanto amato da gran parte dei cittadini non si riesce a studiare qualcosa che possa sostenere lo sport. Ma chi scrive, e che ama entrambi i settori, si sente di sottolineare che nel calcio girano cifre “oggi assurde” e chiedere un qualsivoglia sostegno proprio dal sistema-gioco che non è in un periodo eccezionale quanto ai suoi introiti, sembra alquanto irriverente.
Questo richiamo del mondo del calcio non è il solo considerato che sempre da parte dello stesso settore si parla dell’abolizione del Decreto Crescita al quale il Presidente del Coni non si opporrebbe qualora si rivalutassero le opportunità perse dal sistema-calcio: ed ovviamente si riferisce al divieto della pubblicità ai giochi che ha influito tanto anche al segmento delle scommesse sportive, e riflettendo sempre sul fatto che il calcio e lo sport consegnano all’Erario tantissimi introiti che non rientrano in alcuna forma nello stesso sistema.
Numerose discussioni attorno al Decreto Crescita
Certo il Decreto Crescita per il calcio era del tutto favorevole e prevedeva una riduzione sugli sconti fiscali per i lavoratori che provengono dall’estero “senza requisiti di elevata qualificazione o specializzazione”: categoria che andava ad includere i calciatori.
Anche questo è un ulteriore duro colpo assestato allo sport: forse invece che “eliminarlo” si poteva studiarne una correzione negli importi base visto che la sua abolizione andrà ulteriormente ad impoverire la qualità del nostro campionato e, dunque, ancora uno “sgarbo” al mondo sportivo.
Insomma, sopratutto recentemente, il gioco d’azzardo ed il calcio “tentano” di darsi una mano sostenendo i reciproci settori nei confronti del divieto della pubblicità che entrambi i comparti stanno subendo da anni.
Un settore ludico che ha bisogno di equilibrio
Come non si può negare che questo divieto abbia creato parecchio disequilibrio nel settore, ma anche messo in condizione il gioco terrestre di subire l’ingerenza del gioco illegale che riesce a coinvolgere anche il “bravo ed ingenuo giocatore” che in assenza della pubblicità fa ancora oggi fatica a distinguere il gioco buono da quello che non lo è: anche se il gioco legale fa del suo meglio per sottolineare ovunque la propria presenza.
E le nuove attività, invece, che non possono annunciare il proprio arrivo sul mercato all’utenza come potranno mai farsi conoscere? É sempre lo stesso interrogativo che i nuovi operatori si ripetono da tempo: insieme alla Questione Territoriale sono due importanti temi che bloccano il mercato del gioco: come fa la politica a non accorgersi di questo?
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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