Settore dei Giochi legali: In molti sono interessati

Onestamente, in questo ultimo periodo si riesce ad avere la percezione che il sistema-gioco sta entrando dalla porta principale nell’interesse di tanti: dalla politica, alle istituzioni, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha prestato sempre un particolare interesse per il suo gioco.

Così non ci ha stupito il fatto che in più di un’occasione il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, continui a dichiarare che intende intervenire in qualche modo sul divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse per fare in modo di riequilibrare due settori, quello dello sport e quello del gioco, cercando ci mettere in sicurezza entrambi.

É evidente ai più che questi due comparti, estremamente importanti anche per l’economia del Paese oltre che dei rispettivi settori, non stiano navigando in acque tranquille sia per lo stesso divieto contenuto nel Decreto Dignità del 2018 che per l’onda lunga della pandemia che ha portato disagi economici “senza fine” che si fa fatica a recuperare anche se le imprese si sono adoperate al massimo negli sforzi di recupero.

Il momento di riconoscere i Diritti del Gioco è arrivato

E “ci piace” anche sottolineare ciò che sempre lo stesso Ministro ha dichiarato e cioè che “è arrivato il momento di riconoscere diritti a chi crea valore nel nostro Paese”: sembrerebbe una frase diretta intenzionalmente al mondo del gioco pubblico per sottolineare ancora una volta l’intendimento di voler entrare in qualche modo in una modifica e/o una rivisitazione del divieto totale della pubblicità.

Provvedimento così tanto discusso sin dalla sua uscita di qualche anno fa, che non ha trovato di certo una buona accoglienza per i due settori maggiormente coinvolti, e che oltre tutto non ha trovato accoglienza favorevole anche da parte degli investitori internazionali che avevano puntato più di una volta sul mercato dell’italico gioco, ritenendolo estremamente interessante per la propria stabilità settoriale.

Cosa venuta completamente a mancare dopo la pubblicazione del divieto totale della pubblicità che aveva creato incertezze, difficoltà e chiusura di eventuali progetti dedicati allo sviluppo dello stesso mondo ludico.

Ed è chiaro che questa parte di investimenti è venuta a mancare in maniera forte. D’altra parte, il connubio tra società sportive, e particolarmente quelle calcistiche e le imprese che operano nel gioco, durava ormai da tantissimo tempo ed averlo interrotto seppur con qualche periodo “allungato” ha portato un vero e proprio terremoto nei “due mondi”: situazione difficile da arginare, ma sopratutto situazione che non si riesce a sostituire con qualche altro rapporto da ritenersi così appagante.

Un tema delicato che però va affrontato

Dunque, senza dubbio, la sponsorizzazione sportiva da parte delle società di gioco è un tema delicato che va discusso con un confronto ancora a più ampio raggio che deve comprendere sopratutto la tutela delle persone più fragili che possono essere suscettibili ad una pubblicità così intensa come quella che propongono stadi e società calcistiche vista la presenza continua di incontri durante quasi l’intera settimana. E come sottolinea sempre il Ministro Abodi, “ci sono sensibilità che vanno assolutamente rispettate”.

Quindi pare non esserci alcun dubbio che questo argomento sia di estremo interesse per il Ministro dello Sport che lo ha affrontato sin dai primi atti legislativi del nuovo Governo con diverse iniziative per la “rivisitazione” del divieto totale della pubblicità che ha sollevato parecchie riflessioni ed incertezze anche in ambito internazionale.

Tutto il mondo del gioco con compreso quello dei siti migliori in Italia con licenza ADM che offrono la possibilità di scommettere sullo sport in modo sicuro e da mobile tramite app Android ed iOS, come già accennato, non è riuscito a comprendere un provvedimento così totalitario che oltre tutto impedisce qualsiasi svolgimento di rapporti economici estremamente importanti per due settori che ovunque sono ritenuti di sostegno dai vari Paesi.

Le risorse economiche utilizzate anche per il Sociale

Sono entrambi comparti più che rispettati e considerati e dove gli introiti ricavati vengono poi impiegati per il sociale in quelle realtà territoriali che si guardano bene dall’imporre un divieto così totale e gravoso. Così Abodi continua a tenere “sveglio, caldo e presente” questo argomento ed anche se le sue prime iniziative non hanno sortito esito positivo non demorde affatto dal perseguire il suo pensiero.

E questa sua pervicacia va volutamente sottolineata per il bene dei “due mondi” che non aspettano altro che ritornare ad abbracciarsi ed a continuare degli ottimi percorsi commerciali che così tanto hanno reso nel tempo. Probabilmente, il Ministro ritiene questo divieto una sorta di “dispetto” nei confronti dello sport, comparto che intende tutelare con tutte le strategie possibili ritenendolo un settore estremamente importante a livello nazionale.

Ed è anche ovvio tenere presente che l’impatto globale di una restrizione così rigida sta avendo effetti devastanti per la legalità: infatti, la scomparsa dei marchi di gioco legale rende l’offerta di gioco legale quasi indistinguibile rispetto a quella illegale che, purtroppo, continua ad essere molto sostanziosa ed in espansione sopratutto nel nostro Paese con effetti disastrosi per l’economia dello stesso settore del gioco legale ed automaticamente per l’economia globale dell’italico territorio: poi, in aggiunta a questo discorso generico, il Ministro Abodi ne porta avanti un altro più particolare.

In primo piano c’è sempre il Calcio

Infatti, ciò che forse sta più a cuore è recuperare fondi da destinare al calcio, ma in particolar modo agli sport minori che hanno necessità di un reddito esterno per sopravvivere: fonti che venivano garantite, in tempi passati, proprio dalle sponsorizzazioni delle società di gioco o da quelli che si occupano di gioco online.

Non solo: in effetti Abodi recentemente ha voluto sottolineare ed aggiungere un qualcosa di più per sostenere la propria idea relativa al mancato supporto del gioco allo sport. E, cioè, come prima cosa che il nostro Paese è l’unico in Europa ad avere un tipo di restrizione simile ed un divieto così totalitario e proibizionistico non è sinceramente la massima espressione della democrazia, a voler ben guardare: e come seconda cosa che si ritiene fondamentale che si studi un sistematico contrasto al gioco illegale che alimenta l’economia criminale che è già “piena di risorse senza avere necessità anche di quelle che derivano da questo divieto”.

E terza cosa, e forse la più importante, il Ministro dello Sport ritiene che ciò che è oggetto di una concessione pubblica, quindi un’attività di gioco pubblico e quindi lecito, come quella delle “Riserve di Stato” dovrebbe essere maggiormente tutelato, promosso e rispettato.

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