L’esecutivo non interviene ancora per il riordino del gioco
Negli ultimi tre o quattro anni chi ama il gioco ed i casino migliori ha dovuto subire gli interventi anomali, ed a volte anche spropositati, da parte delle Regioni che si “volevano” difendere dall’incalzare del fenomeno del gioco, emettendo ordinanze e norme che, a lungo andare, sono diventate forzatamente ingestibili per gli stessi loro “creatori”.
Quindi, oggi, il gioco pubblico alla riapertura pressoché totale delle sue attività si ritrova a combattere nuovamente, con le vecchie Leggi Regionali “capestro” che in alcune realtà stanno estromettendo il gioco pubblico, e quindi legale, dai territori di competenza.
Ma, stranamente, sta accadendo che le Amministrazioni di queste realtà stiano cercando di fare un passo indietro e di “mettere una pezza” alla situazione commerciale incongruente del gioco in modo che lo stesso possa riprendere con più tranquillità il proprio cammino già alquanto faticoso nella ripresa dopo la lunghissima chiusura dovuta al contrasto del virus che ha coinvolto questo settore in modo totale.
E se il Governo centrale non si sta dimostrando disponibile per il riordino nazionale, almeno per il momento, le Regioni si stanno attivando per “salvare il salvabile” del settore ludico forse anche spaventate dalla troppa illegalità che è alquanto rifiorita sui territori appunto durante la pandemìa.
Ecco perché si vuole “raccontare” l’intendimento di alcuni tra i territori, special modo uno la Regione Piemonte, che hanno preso di mira il gioco pubblico nell’ultimo biennio: cosa che, anche se dispiace dirlo, il Governo centrale, purtroppo, ha consentito senza schierarsi al fianco delle “sue Riserve di Stato”, ma lasciando che le Istituzioni locali facessero ciò che ritenevano giusto e “girando opportunamente” la testa dall’altra parte.
Passi indietro nei confronti del Gioco
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Fra l’altro, atteggiamento che si è sempre profondamente contestato e che, inutile nasconderlo, ha lasciato chi scrive piuttosto interdetto per una serie infinita di motivi che si sono via via sciorinati, in altri articoli, per chi avesse ancora ha la bontà e la forza di leggere il “nostro scrivere”.
Si vuole affrontare e disquisire, così, sul “passo indietro” maturato dalla Regioni Piemonte che in questi giorni sta vivendo “momenti caldi” appunto per il gioco, argomento che ha costretto addirittura ad interrompere ogni attività legislativa nelle ultime settimane per affrontare proprio la regolamentazione del gioco d’azzardo.
Cosa che si è tradotta, però, in una serie infinita di sedute, purtroppo prive di un vero dibattito, con un’infinità di argomentazioni anche se una parte della politica di quella realtà territoriale si è accorta del terribile errore che si stava compiendo per seguire la Legge Regionale sul Gioco.
Legge approvata ormai cinque anni fa, in corso di un’attuazione definitiva, e quindi destinata ad entrare completamente in vigore. E con questa legge, sicuramente, si decreterà la morte di tantissime imprese medio piccole, togliendo la rappresentanza della legalità sul territorio, cosa che sta già creando tante e serie preoccupazioni a quell’Amministrazione.
Istituzione che “non sa più che pesci pigliare” proprio in un momento economico alquanto difficile per tutte le realtà del Paese e per tutte le attività locali che stanno cercando di riprendersi dopo un anno veramente terribile: e senza fare di conto con il reale sviluppo di una crisi senza confini per quello che potrà riguardare l’occupazione.
Comparto del Gioco molto colpito dalla Pandemia
Argomento più che bollente che sta coinvolgendo tutto il Paese, ed anche tutti i settori e non solo quello del gioco e del poker sportivo online in tutte le sue varianti sicure e legali, anche se quest’ultimo senz’altro fa parte di quel gruppetto di comparti maggiormente colpito dall’emergenza sanitaria ed economica come il turismo, gli alberghi ed appunto il divertimento e l’intrattenimento.
Si deve anche sottolineare che, a volte, la politica è incapace di non inveire contro il gioco, a volte non riesce a cambiare idea ed a non alterare le potenzialità di un settore come quello del gioco in termini sopratutto di presidio della sicurezza e della legalità.
Ma si vuole davvero guardare cosa sta “davvero pensando” il Piemonte e se riesce questa volta ad applicare un gesto di buon senso. Infatti, non sarebbe clamoroso fare un sostanzioso passo indietro poiché ci sono arrivate anche altre Regioni con le cosiddette “soluzioni tampone” dove erano stati commessi più o meno gli stessi errori del Piemonte e le stesse gravi leggerezze: tanto per non fare nomi si parla del Lazio, dell’Emilia Romagna e forse anche delle Marche.
Imporre in tutte queste realtà territoriali il “principio del distanziometro” di varia misura dai famigerati luoghi sensibili metterebbe in condizione tante imprese di dover chiudere definitivamente i battenti: oppure spostarsi in altre location in periferia ed in zone sicuramente non commerciali.
Alcuni obiettivi non proprio condivisi tra le Istituzioni
Il che comporterebbe non chiudere subito, farlo tra breve. Fermo restando che ci vorrebbe la “materia prima” (il danaro) per poter effettuare questi cambiamenti e dopo la pandemìa chissà quante imprese avranno “scorte economiche” da poter rischiare in un avvio di una nuova attività commerciale!
Insomma, si può dire che in queste realtà elencate le Istituzioni regionali vanno contro gli obbiettivi dello Stato che ha creato il gioco, poker compreso, per rappresentare i suoi prodotti (oltre, ovviamente, la legalità sui vari territori).
Questi stessi territori che avrebbero davvero in mano “le carte giuste da giocare” per invertire la rotta e cambiare la storia futura del gioco pubblico, dando la possibilità di affrontare la rinascita delle attività con più tranquillità in modo che il settore si possa concentrare sulle strategie nuove, sulle offerte terrestri più convenienti per un popolo di giocatori che è stato così limitato e condizionato durante l’emergenza sanitaria. Sarebbe come scrivere davvero una nuova storia ludica.
Prendere spunto da chi fa le cose per bene
E chissà poi se l’atteggiamento di queste Regioni potrebbe condizionare favorevolmente anche le decisioni di altre realtà territoriali che sono in bilico tra “accettare” il gioco pubblico ed i casino mobile, oppure mandarlo alla deriva.
Ma si dovrebbe anche tenere in debito conto la problematica occupazionale che deve essere ben presente in ambito locale perché già sarà argomento caldo per tutti gli altri settori a breve con le scadenze della cassa integrazione e le nuove normative e non sembra utile che a questi settori si aggiungano anche le “Riserve di Stato” che contano un numero veramente importante di lavoratori.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro