Le crociate contro il gioco legale italiano non finiscono mai
La “crociata” che le istituzioni de-localizzate hanno intrapreso nel tempo e che, purtroppo, continuano ad intraprendere anche oggi, non avrà mai fine laddove ogni giorno si è costretti a leggere che Enti Locali, o Regioni, o Giudici dei vari TAR si schierano contro le attività ludiche, “Riserve di Stato”, che non riescono più a compiere il proprio compito di rappresentare la legalità sui territori dello Stivale, da nord a sud.
Purtroppo, sembra che la discriminazione che viene imposta al mondo dei giochi, nonostante gli svariati discorsi che vengono fatti, addirittura dalla politica, ad oggi non sia propensa a terminare e questa ingiustificato attacco alle attività legali di gioco pare soltanto un percorso intimidatorio e discriminatorio senza fine.
Come potrà fare il gioco a rialzare la testa, sopratutto quello terrestre che è quel segmento che dopo l’onda lunga del periodo pandemico non riesce, se non in casi sporadici, a ritornare agli introiti incamerati prima di quell’emergenza sanitaria che ha segnato così fortemente tante imprese?
Ciò è accaduto non solo nel gioco pubblico, naturalmente, ma anche altri settori sono stati travolti dalla pandemia, ma settori però che non rappresentano lo Stato a mezzo delle sue concessioni rilasciate alle varie attività e, tra l’altro, pagate profumatamente!
Esiste ancora troppa discriminazione
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Così con la netta sensazione di essere costantemente un settore discriminato nel modo più assoluto, oggi “ci piace” raccogliere le riflessioni e le considerazioni rese pubbliche dall’associazione AS.TRO che, in questo caso, punta decisamente il dito nei confronti del regolamento del Comune di Genova che nega l’occupazione del suolo pubblico ai bar che ospitano al loro interno le AWP, apparecchiature di intrattenimento che evidentemente creano difficoltà di accettazione da parte dello stesso Ente Locale.
Ed in ragione di questo regolamento si può intravedere tra le sue righe un intento, neanche tanto recondito, di “sabotare le attività legali del gioco”, oltre ad essere discriminatorio è davvero una cosa che si stenta a continuare a sopportare.
Purtroppo, senza che nessuno possa fare alcunché è tornata di attualità questa normativa che riguarda appunto le sale da gioco od i giochi leciti e che Genova è tornata ad applicare negando il permesso di occupazione degli spazi all’esterno di alcuni bar che vorrebbero appunto estenderli per offrire alla propria clientela un po’ di refrigerio visto che l’estate sta bussando prepotentemente alle porte e stare all’esterno per bere una bibita o gustare un gelato è senz’altro piacevole.
Il Gioco è visto come un castigo
“Piacevolezza” che però viene negata ai gestori di bar che al loro interno “ospitano” le AWP come se fosse un “castigo” e venissero messi “dietro la lavagna! AS.TRO, come si sa è associazione che tutela le attività ludiche e non poteva stare zitta di fronte ad un simile sopruso messo in atto dal Comune di Genova che mette in atto una punitiva discriminazione per questi gestori che hanno “osato”… accogliere gli apparecchi di gioco e che per questo vanno puniti non consentendo loro di ampliare il proprio spazio esterno per accontentare la propria clientela offrendo un po’ di frescura.
Questo argomento, che è stato affrontato anche da chi scrive queste righe una quindicina di giorni fa, è stato ripreso oggi da AS.TRO che si oppone a questo regolamento genovese e spiega i termini di questa situazione discutibile per quanto riguarda la negazione imposta a questi gestori che si sentono davvero depauperati dalla possibilità di poter allargare il proprio campo economico insieme alla negazione di un diritto acquisito di poter usufruire come bar del proprio spazio esterno.
Ma, come si dice, “bando alle ciance” e si vuole focalizzare la questione sui suoi risvolti concreti. Infatti, si vuole mettere a confronto due attività similari che esercitano il servizio di bar, uno che al proprio interno ha apparecchi di gioco e l’altro invece no: si verifica in pratica che quell’esercizio che non ha all’intero l’offerta di gioco può usufruire dello spazio esterno.
L’altro bar, che invece ha nella sua gestione anche le AWP, comunemente chiamate videolottery con soldi veri, posizionate all’interno (e che ovviamente, non si vogliono trasportare all’esterno) non può usufruire di questo beneficio.
Non dobbiamo usare due pesi e due misure
E già di base questo trattamento pare discriminatorio, senza aggiungere altro visto che tutto appare decisamente chiaro e limpido. Però, così con questo trattamento il bar privo di apparecchiature da intrattenimento potrà beneficiare di maggiori introiti derivanti dall’uso dello spazio all’aperto per accontentare la propria clientela che si radunerà attorno ai tavolini per sorseggiare bevande o gelati.
Opportunità che viene del tutto preclusa all’altro esercizio di bar soltanto per il fatto che ha al suo interno apparecchi di gioco, peraltro regolarmente installati: il che si traduce in una sorta di indubbio svantaggio e rasenta la concorrenza sleale tra i due esercizi, imposta dal Comune di Genova che appare chiaramente una ingiustificata discriminazione altresì applicata da un’istituzione de-localizzata.
Il che risulta ancor di più inaccettabile ed improponibile per il fatto incontrovertibile ed assurdo che al bar cui viene impedito di estendere il proprio spazio all’esterno è stata rilasciata autorizzazione per le apparecchiature da intrattenimento dallo stesso Comune di Genova.
Sono tante le attività che crescono grazie al Gioco
Ente Locale che oggi, stranamente, si trincera dietro il fatto che il bar ospiti AWP per impedirgli di sfruttare lo spazio esterno per aumentare i propri introiti e risulta chiaramente inconcepibile che il Comune possa decidere di discriminare un’attività pienamente legale che lo stesso Ente ha autorizzato: e se si vuole, poi, far risalire questo comportamento ad una forma di contrasto al gioco problematico si deve evidenziare che tale provvedimento non ha nulla a che vedere con la prevenzione.
Si può soltanto parlare di discriminazione bella e buona che continua ad essere presente sui vari territori: c’è quel territorio che ha fatto qualche passo indietro in relazione alle proprie Leggi Regionali sul Gioco ed altre realtà che, invece, perseverano nella loro battaglia contro il mondo del gioco d’azzardo.
Il Comune di Genova manifesta la sua volontà “punitiva” nei confronti delle attività ludiche “attaccandosi” a qualsiasi appiglio per trovare il modo di ostacolare le attività che propongono gioco.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro