Incominciano a vederesi i paradossi del Decreto Dignità

Pubblicazione: 19 Aprile 2019 ore 12:00

tutti i paradossi del decreto dignita

Quando è stato emesso il Decreto Dignità, così in fretta che ha stupito veramente tutti, si pensava che potesse seguire un “successivo ripensamento” (particolarmente) dello schieramento Cinque Stelle e del suo leader penta-stellato, sopratutto viste le reazioni che il provvedimento aveva suscitato a quel tempo, come ancora oggi), in tutta la filiera del gioco, e non solo.

Infatti, nel divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse che lo stesso decreto contiene, vengono coinvolti altri settori: una sorta di “cascata” che, partendo dal gioco, va a coinvolgere e travolgere tantissime altre imprese con interessi “importanti” che vengono investiti attorno al settore ludico. Insomma, un vero e proprio uragano che al momento si era abbattuto con una “velocità impressionante”.

Ora, a distanza di qualche mese, le “onde” che si continuano ad infrangere su questo divieto sono ancora alte, fanno tanto discutere ed in occasioni diverse persino confrontandosi in Europa con altri Stati, dove la pubblicità ai giochi non viene proprio “toccata”.

Ma il Movimento Cinque Stella è assolutamente certo del suo intervento a mezzo del Decreto Dignità: ribadisce che dal prossimo 10 agosto si concretizzerà la fine della pubblicità ai giochi sui mass media e così, finalmente, vi sarà la sua fine in relazione ai giochi con vincita in danaro, così come fu fatto, tempi addietro, per le sigarette.

Anzi, il vice capogruppo del Movimento 5 Stelle si dichiara “assolutamente dispiaciuto” che tale divieto non abbia potuto già essere operativo in quanto per i contratti pubblicitari in essere si è “dovuto” forzatamente attendere un anno per poterlo attuare.

Spot sul Gioco ancora presenti nei Media

E continuando, spiega che se ancora si vedono spot in TV, alla radio e sui giornali è esclusivamente per il motivo indicato più sopra: ma il termine ultimo sarà quello del 10 agosto 2019 e da quel momento in poi finalmente “non si vedrà più pubblicità ai giochi ed alle scommesse su alcun mezzo di comunicazione”. Nemmeno per quei siti affidabili di casino online dove si possono giocare soldi veri in totale sicurezza.

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Ma a questa “rassicurazione” messa in campo per l’opinione pubblica per rafforzare l’operato di una parte dell’attuale Esecutivo Giallo-Verde, si oppone un’osservazione di Sapar.

L’associazione controbatte quanto sia incongruente, contraddittorio ed iniquo il Decreto Dignità per quanto riguarda il mondo del gioco pubblico italiano: infatti, viene segnalato che a Milano in bella mostra appare una grandissima pubblicità del Casinò di Lugano che, non essendo “operativo” con licenza italiana, non è soggetto a sottostare alle norme del Decreto Dignità ed è una chiaro ed inequivocabile conseguenza delle incongruenze paradossali del famigerato provvedimento. D’altra parte, questa era una cosa ampiamente prevista al momento dell’emanazione del divieto: come lo era l’effetto negativo destinato esclusivamente agli operatori del gioco italiani ed ai casino online migliori!

Quindi, si potrebbe affermare che del divieto della pubblicità “ne godranno i benefici” coloro che non avendo alcuna concessione italiana, ma operando “nei dintorni” del nostro Paese, potranno pubblicizzarsi e farsi conoscere sul nostro territorio, senza sottostare al divieto.

Ciò mentre gli addetti ai lavori del gioco pubblico italiano, si troveranno messi in un angolo proprio dallo stesso Stato che “consente concessioni” per proporre l’offerta del gioco pubblico. Più incongruenza di questo pare proprio non possa esistere: ma è con questa realtà che tutta l’industria italica del gioco dovrà confrontarsi e non si può certo dire che ne uscirà indenne.

Si deve tenere di più al mondo del Gioco

Chissà, poi, se quando è stato emesso questo benedetto Decreto Dignità questi avvenimenti sono stati valutati da chi sembra proprio che al mondo del gioco pubblico non tenga assolutamente o, quanto meno, che non si preoccupi più di tanto delle “nefaste” derive che possono discendere da provvedimenti “un po’ scriteriati”.

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La realtà, purtroppo, che si appalesa è che le italiche aziende, oltre ad essere sottoposte ad una tassazione che risulta essere la più alta di Europa, sono vittime di un sistema assurdo che, al paradosso, tutela gli operatori stranieri che non sono naturalmente soggetti a divieti o tassazioni di alcun tipo e non le proprie imprese.

Ma non finisce qui, perché l’intervento di Sapar continua con un ulteriore affermazione che si vuole ripetere solo per cronaca: definisce il divieto della pubblicità ai giochi “un meccanismo paradossale che solo le misure miopi e scellerate di questo esecutivo potevano mettere a punto”.

E non vi è dubbio che sia una affermazione forte, ma Sapar che segue le imprese di gioco, lotta da sempre contro questo Esecutivo e contro il modo in cui lo stesso affronta il mondo del gioco d’azzardo non lasciando perdere alcuna occasione per “studiare qualcosa contro questo settore” che dalla sua parte ha solo la colpa di aver versato nelle casse dell’Erario importi e risorse che nessun altro comparto commerciale o di servizi è riuscito a fare in questi ultimi anni. Risorse, peraltro, “usate” da questo Governo e da tutti quelli che lo hanno preceduto.

Riflessioni utili da fare

E per concludere queste righe si può soltanto dire che probabilmente è indispensabile una riflessione ulteriore sugli effetti di questo decreto: non è accettabile affossare le aziende italiane a favore di quelle straniere in primo luogo e, poi, valutare i risultati che tale divieto può raggiungere per quanto riguarda il gioco problematico.

Studi e ricerche hanno reso pubblico il fatto che con tale divieto non si riuscirà a contrastare il fenomeno della ludopatia: cosa, invece, che si potrà affrontare solo con l’informazione, la cultura del gioco e l’obbiettiva percezione dei rischi che si possono incontrare avvicinandosi al gioco in modo non consapevole.

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Ma, particolarmente, bisognerà intervenire anche per quanto riguarda il divieto di pubblicità per le imprese che operano online: là in quel segmento la “faranno da padrone” migliaia di operatori esteri che non soggetti a limitazioni, controlli e tasse, in barba alle nostre norme che si possono considerare “medioevali”, continuando a raggiungerci con le loro campagne e le loro offerte, tracciando i dati dei nostri utenti italiani e tutto ciò senza alcuna garanzia di tutela per i giocatori.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.