Il pregiudizio verso il Gioco ne blocca la crescita
In diverse occasioni si è potuto dimostrare anche ai più “refrattari” nei confronti del mondo dei giochi che questo settore nel tempo si è evoluto e tecnologicamente innovato sino a riuscire a creare nuove professioni attinenti alla gestione dell’intera industria del gioco.
Professioni decisamente “impensabili” sino a qualche anno fa e che sono quasi venute di moda visto il vasto sviluppo che il gioco ha avuto negli anni e considerato il numero di imprese che hanno fatto del gioco il proprio business sebbene le diverse criticità che, tutt’oggi, la nascita di una nuova impresa in questo specifico comparto è costretta ad affrontare.
Benché la forza imprenditoriale e la creatività rappresentino la potenza delle aziende che si occupano di gioco e che sviluppano diversi siti per giocare d’azzardo legalmente con dispositivi mobile, intorno allo stesso settore aleggia come un “condor” sempre il famigerato pregiudizio che sembra dover viaggiare a braccetto con il mondo del gaming e non lo voglia abbandonare nonostante lo sviluppo dei tempi ed i cambiamenti e le varianti che la vita quotidiana di ognuno ha senza dubbio dovuto subire.
Così i nostri esperti in materia, tecnici o creativi, grafici, esperti di musica e gestori, hanno la strada del futuro sbarrata sempre a causa di questa idea che si è instillata nelle menti di tantissime persone che “seguono l’onda dei detrattori del gioco”, non riescono o non vogliono affrontare a fondo le dinamiche di questo settore per farsi una propria idea di ciò che rappresenta, che produce, che riversa nel sociale e sopratutto nelle casse dell’Erario con la raccolta di gioco.
Il Gioco è ancora bersagliato da pregiudizi sbagliati
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Lo stesso gioco è inseguito dal pregiudizio quasi da sempre, cosa che è il vero risvolto problematico con il quale ha a che fare tutto il comparto ludico: deve combattere con la tendenza ad essere considerato in modo limitato e decisamente sfavorevole in conseguenza di alcune situazioni od alcuni pareri esterni al proprio pensiero e che non appartengono all’esperienza od alla conoscenza specifica di qualcuno, ma seguendo il parere di altri.
Esprimere un proprio parere su di un’esperienza altrui, che devia indiscutibilmente il parere stesso, è veramente la peggior cosa possibile.
Se poi il pregiudizio si svolge oltre tutto all’interno della politica, può anche incontrarsi con altri motivi senza dubbio peggiori: infatti, in questo ambito i pregiudizi vengono cavalcati nel tentativo, a volte anche goffo, di creare nuovi “nemici pubblici” e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da altre problematiche magari più importanti.
Così la politica risulta essere “difensore” del benessere pubblico promettendo di risolvere quel problema, il fenomeno del gioco, che non esiste in realtà od almeno non è così importante come viene descritto a piacere della stessa politica.
Ciò è proprio accaduto al gioco pubblico ed alla dipendenza da gioco che non si può nascondere, esiste davvero e guai ad affermare il contrario perché si potrebbe essere tacciati di falsità, ma di certo non ai livelli con i quali è stata sbandierata negli ultimi anni, portando a decisioni estreme sia la politica che le varie istituzioni, anche quelle de-localizzate, con la conseguente emissione delle famigerate Leggi Regionali “capestro” sul gioco.
Cerchiamo di non favorire il Gioco illegale
Normative che sono andate a danneggiare notevolmente e direttamente il gioco pubblico, e quindi lecito, a favore inspiegabilmente del gioco illegale che vive in modo tranquillo e senza alcuna restrizione, cose che invece incombono sul gioco legale.
Se non è un paradosso questo, di cosa si sta parlando? Così, ed in questo modo, contornato da un assurdo quanto falso pregiudizio, il nostro italico gioco non risulta essere competitivo sul mercato estero, gli si vietano gli investimenti da parte di operatori internazionali vista la difficoltà di vita commerciale delle nostre imprese, si chiude un mercato del gaming che invece potrebbe essere più che interessante da un punto di vista economico sia per le stesse nostre italiche imprese ma anche per l’economia globale del Paese.
E tutto questo per un’idea falsamente instillata nella mente di tante persone e che purtroppo, però, fa testo in generale ed ingerisce indiscutibilmente sullo sviluppo dello stesso settore ludico e delle sue imprese.
Ed il gioco pubblico cosa potrebbe mai fare? Così come cosa mai potrebbero fare quei tecnici, quei creativi, quei grafici, quegli esperti di musica che rappresentano professionisti più che qualificati e che non riescono a vivere e lavorare serenamente nel loro Paese?
Ovviamente, vanno a finire purtroppo all’estero dove sono ben riconosciuti, ben pagati e così il nostro mercato del lavoro interno subisce una forte depauperazione di personale più che qualificato oltre tutto in un settore molto particolare e specifico ed anche ricercato.
In altri Paesi il Gioco è una risorsa
Si deve considerare che all’estero il mondo del gioco è notevolmente avanzato nel suo sviluppo nei confronti del nostro Paese e, quindi, i professionisti che “lo frequentano” sono ricercati e riconosciuti “anche da lontano” ed i nostri creativi sono richiesti ovunque, anche se preferirebbero, come è giusto che sia, ottenere questi risultati professionali nel proprio Paese.
Ma qui si rientra in un discorso che si dibatte ormai da tempo e che purtroppo, per il momento, non si riesce a risolvere essendosi incancrenito oltre misura.
In ogni caso, ci si trova di fronte al “consueto pregiudizio” che condiziona le sorti del mercato interno e dell’economia dell’intero Paese, anche quando non si parla di situazioni delicate come quelle che a volte potrebbe creare il mondo del gioco d’azzardo, ma si parla soltanto di talenti italici che farebbero comodo allo sviluppo del nostro gioco e non a potenziare quello esterno ai nostri confini.
E tutto questo insieme rende ancora più evidente che in Italia serve un cambio di mentalità deciso, ed anche in modo piuttosto urgente: cambio che dovrebbe portare ad un nuovo confronto tra il mondo ludico e la politica anche se questo programma non sarà certo facile come l’esperienza acquisita ha dimostrato.
L’auspicio, quindi, è che il neo-eletto Governo Meloni possa davvero mettere i segni per una discontinuità rispetto al passato nell’approccio con il gioco pubblico provando a superare quel “pregiudizio di Stato” che purtroppo è stato tanto spesso riservato a questo preciso comparto.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro