Il distanziometro che potrebbe disturbare le attività di Gioco

Pubblicazione: 21 Giugno 2023 ore 10:00

distanziometro e problemi ad attivita di gioco

Un dato senza alcun dubbio inconfutabile è che le attività di gioco pubblico sono “Riserve di Stato” messe in campo dal medesimo per tutelare la legalità, la salvaguardia della salute dei suoi cittadini-giocatori e la sicurezza del territorio. Da qui si potrebbe partire per percorrere un cammino del comparto che all’inizio si è manifestato decisamente agevole, ma che con il trascorrere degli anni ha avuto parecchi ostacoli da affrontare e tentare di superare.

Lo Stato centrale, nel rendere legale il gioco d’azzardo ha sferrato senz’altro un potente colpo alla criminalità organizzata che “nella notte dei tempi” teneva le redini di questo settore che “spopolava” con i cosiddetti videopoker, croce e delizia di tanti utenti che li ricercavano per intrattenervisi.

Ma la problematica più rilevante ed importante che ha bloccato qualsivoglia sviluppo dell’intera industria del gioco è stata la “Questione Territoriale” che risale a diversi anni fa, ma che ancora oggi si trascina ed incombe come la spada di Damocle sulla testa delle attività di gioco che di fronte ad essa risultano indifese.

Questione Territoriale che, come si è detto, è tuttora presente e causata dalle innumerevoli Leggi Regionali “capestro” che con l’introduzione di norme restrittive e dei cosiddetti strumenti studiati e messi in campo dalle Regioni e dagli Enti Locali a contrasto del gioco problematico che si sono dimostrati del tutto inadatti a questo obbiettivo hanno reso di certo difficoltoso il sopravvivere del gioco pubblico.

Sempre più relegato in un’angolo

Si sta parlando ovviamente del famoso “distanziometro” e delle altrettante famose fasce orarie di accensione delle apparecchiature da intrattenimento che stanno funestando la presenta del gioco legale, regalando spazi commerciali infiniti al gioco che legale sicuramente non è ed alla criminalità che “con gioia” lo gestisce anche con arguzia e capacità sia economiche che “aziendali”.

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E di fronte a questo, ci dispiace davvero continuare a sottolinearlo, lo Stato centrale si è dimostrato sempre più latitante “consentendo la messa in opera” di tali restrizioni e dei suddetti strumenti che così tanto male hanno procurato alle attività di gioco d’azzardo autorizzato e responsabile, Riserve di Stato.

Purtroppo, tutto questo ancora oggi continua a compromettere l’offerta del gioco pubblico, e quindi lecito, in un continuo “scarica barile” tra le varie Autorità e che dovrebbe terminare, una volta per tutte, con l’arrivo del tanto sospirato riordino nazionale dell’intero settore, portatore sano di una “nuova Era del mondo dei giochi”, od almeno si spera.

Sistema-gioco che senz’altro non vede l’ora di ritornare ad essere quel settore importante per lo Stato, sia per la rappresentanza della legalità che per quanto riguarda le risorse che il gioco pubblico con la sua raccolta ha da sempre riversato nelle casse erariali che ne hanno beneficiato ad oltranza ricevendo importi di una certa rilevanza.

Poco è stato fatto per migliorare la situazione

Ma Stato che, sopratutto nell’ultimo decennio, non ha mosso neppure un dito per difendere il “suo” gioco nel quale tanti operatori hanno creduto come business anche considerando che essere una Riserva di Stato avrebbe comportato il “favore” di essere protetto da quest’ultimo: cosa che non è per nulla avvenuta, anzi.

É stato concesso, infatti, alle istituzioni de-localizzate di fare un po’ il “bello ed il brutto tempo” come le stesse in quel momento volevano, trincerandosi oltre tutto dietro il contrasto al gioco illegale, ma che invece avevano l’obbiettivo di “scontrarsi” con il gioco, quel fenomeno sempre più crescente che probabilmente allarmava un poco le Regioni ed i Comuni.

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E tutta questa lunghissima premessa dove ci vuole portare? Purtroppo, ci riporta ad un accadimento recente che ormai sta diventando una triste abitudine: una pronuncia del Consiglio di Stato che ribalta una sentenza di un TAR sul tema del cosiddetto distanziometro che non consente l’operatività del gioco pubblico sul territorio e che fa di nuovo scattare, inevitabilmente, quell’annosa ed odiata Questione Territoriale.

Cosa che, indiscutibilmente, provoca i “nervi scoperti” degli operatori coinvolti che stanno attendendo l’esito finale di tale contenzioso che vale il futuro e la vita commerciale delle relative attività.

Uno strumento che andrebbe utilizzato meglio

Insomma, il “distanziometro” è vieppiù diventato un tremendo “spauracchio” per tutte le attività ludiche ed a volte viene cavalcato dai Magistrati delle diverse Autorità quando riescono a non comprendere che lo stesso strumento porta verso “l’effetto espulsivo” del gioco legale dal proprio territorio di competenza.

Effetto espulsivo divenuto argomento che sempre più spesso viene discusso ma che non viene applicato in modo uniforme: dipende dai territori nel quale si disquisisce poiché è fuori ogni dubbio che esistono “territori e territori”.

Ci sono quelli che si affiancano alle Riserve di Stato, e quindi difendono la loro esistenza con pronunce favorevoli al mondo ludico, sostenendo che la presenza di “troppi distanziometri” davvero creano l’effetto espulsivo, ed altri invece da sempre ostili sin dalla nascita del gioco pubblico addirittura, alle sue attività ed ai suoi operatori ritenuti a volte dei “veri e propri delinquenti” così come il settore stesso viene ritenuto “approfittatore delle debolezze altrui”.

Sono anni che questo “ritornello” risuona a sfavore del mondo ludico e se non arriva velocemente il riordino ci si troverà inevitabilmente a confrontarsi anche con il problema serio dell’occupazione.

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Continua ancora il conflitto tra Istituzioni

E qui serve fare una constatazione dolorosa: i percorsi giurisprudenziali che si snodano da più di un decennio stanno a significare un perenne conflitto tra Stato ed Enti Locali sul gioco difficilmente sono uniformi e le norme vengono applicate in base al pensiero dei vari Giudici ai quali ci si rivolge per vedere acclarata la possibilità di vita commerciale del gioco pubblico, Riserva di Stato, che agisce per conto di quest’ultimo in virtù della propria concessione.

Quindi, ogni volta che esce una pronuncia negativa è senz’altro un “pugno diretto al cuore” del mondo dei giochi e comunque rappresenta un perenne dejà-vu ed un susseguirsi di eventi che fa vedere percorsi già scritti attraverso un canovaccio di eventi già letto e riletto. E non è una bella sensazione.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.