Gioco D’azzardo: Ripartire adesso o mai più
Dopo questo lunghissimo lockdown, tanti imprenditori si troveranno a dover decidere se riaprire o meno le proprie attività avventurandosi in costosi percorsi per poter seguire i protocolli istituzionali che consentono di poter riattivare le imprese.
Imprenditori costretti, quindi, a prendere decisioni non dipendenti dalla propria volontà, ma causate da questo Coronavirus che ha tenuto in ostaggio tutta l’industria del nostro Paese: emergenza che, purtroppo, ha colpito in modo esasperato sopratutto le piccole e medie imprese che già stavano in piedi con difficoltà, sperando di non incorrere in intoppi economici che sono “sempre dietro l’angolo” quando si lavora con una propria attività, magari con qualche dipendente.
Purtroppo, come si sente anche a mezzo di alcune trasmissioni televisive che si occupano costantemente dell’emergenza e delle diverse “fasi” di riapertura delle attività, una percentuale importante degli imprenditori italiani, affrontando il programma della “fase 2”, si trova a dover decidere di non riaprire.
Un’impegno economico difficilmente sostenibile
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Anzi, nella condizione di non poter proprio riaprire poiché ciò comporterebbe un impegno economico impegnativo ed assolutamente non sostenibile, da contrapporre alle spese che si andrebbero ad affrontare per mettersi in regola con i protocolli per il contrasto della pandemìa.
Sono decisioni che toccano settori diversificati e tra questi si trovano anche operatori del mondo dei giochi e dei casino italiani migliori che, seppur rappresentino lo Stato a mezzo delle concessioni, non possono riaprire anche se lo vorrebbero veramente tanto.
Ma per farlo avrebbero troppe spese e gli introiti che si possono eventualmente mettere in preventivo sono troppo legati ad una tangibile incertezza che viaggia tra i diversi settori imprenditoriali.
Il Gioco vuole e dev’essere sostenuto
Cosa che non riesce a far prendere decisioni legate ad un futuro senza sostegni effettivi e senza “luci alla fine del tunnel”, poiché proprio il gioco ad oggi non ha ancora una Legge Quadro che lo tuteli e consenta di continuare a lavorare senza problematiche territoriali già esistenti molto prima dell’emergenza e che con quest’ultima si sono indubbiamente rafforzate e moltiplicate.
Sicuramente in questo momento, se l’Esecutivo fosse coerente con le “sue riserve di Stato” e volesse far continuare il loro percorso commerciale per il quale erano state rilasciate le concessioni statali, dovrebbe finalmente cogliere l’attimo per mettere testa e mani sul riordino nazionale del settore ludico, riformarlo e distribuire meglio i punti di gioco.
Se non riesce a fare questo, anche in questo particolare momento dove il gioco d’azzardo legale e consentito in Italia ancora è bloccato e non si parla di una sua riapertura a breve, il settore ludico appare destinato ad una chiusura definitiva “per morte naturale”: il gioco non ce la può fare a proseguire nel suo cammino commerciale o di produzione se non è tutelato dal riordino che metterebbe fine almeno alla “Questione Territoriale” che, di fatto, sta impedendo al gioco di esistere.
Buttiamo i nostri occhi verso il futuro
Anche in questo caso, servirebbe però che l’Esecutivo buttasse un occhio in avanti, al futuro, per intravedere un gioco sostenibile come lo stesso settore sta insistendo a chiedere da anni.
Peccato che ogni richiesta, esigenza o confronto non vada mai a buon fine e non si colga dall’Esecutivo il momento giusto per porre dei tasselli in questo mosaico ludico che corrisponde al mondo dei giochi: mosaico che porterebbe di nuovo allo Stato risorse erariali di una certa rilevanza.
É sicuro l’Esecutivo Giallo-Rosso di poterne fare a meno? Se non capisce questo, proprio in questo momento preciso, vuole significare che non ha ben presente l’esatto quadro del settore ludico e delle imprese che lo compongono.
Ora è il momento giusto per cambiare
La pandemìa non c’è alcun dubbio che richieda trasformazioni e variazioni: quindi, anche riforme poiché mai come ora vi è la possibilità di cambiare strutturalmente l’intero settore ludico, prevedere una volta per tutte un vero riordino nazionale, anche approfittando del lockdown che, forse, ha provocato una sorta di reset del settore.
Il gioco, ed anche le scommesse online, è come se dovesse ripartire da zero e, quindi, quale potrebbe essere il momento migliore per una riforma di tutto il mondo del gioco?
Ci vorrebbe un occhio di riguardo per la distribuzione in modo da renderla equa e non troppo “presente” sul territorio, studiare nuovi e più tecnologici giochi da sottoporre ai suoi estimatori, tutelare i minori e contrastare più con forza il gioco problematico e la concorrenza del gioco illegale che comincia troppo “ad alzare la testa”.
Quest’ultima cosa è da tenere molto bene presente perché potrebbe essere deleteria sia per l’industria del gioco, ma sopratutto per i territori che non sarebbero più sicuri se di nuovo frequentati dalle organizzazioni malavitose.
Non se ne ha assolutamente bisogno. Altro intervento che andrebbe fatto, nel modo più assoluto, è la tassazione del settore ludico: non è possibile che il nostro gioco sia il più tassato d’Europa anche perché questo “piccolo” particolare lo rende meno appetibile a livello di investimenti esteri, cosa che oggi come non mai il nostro mercato avrebbe bisogno.
Sembra che al Governo il settore dei Giochi non interessi
L’unico problema è che il nostro attuale Esecutivo non sembra propenso a tutto questo perché ha fatto chiaramente capire che tutto ciò che riguarda il settore dei giochi, come ad esempio il poker online, “non lo interessa affatto”.
Infatti, cerca sempre di estraniarsi da qualsiasi iniziativa economica che lo riguardi, salvo ricordarsi del settore quando deve fare qualche aumento di tassazione magari per sostenere un altro settore che ha chiesto “protezione allo Stato”.
Come ha fatto ultimamente l’Azienda Calcio che ha chiesto di essere sostenuta perché in questo lockdown e nella sospensione dei campionati ha perso troppo! Povero calcio, così povero e bisognoso di sostegno: e cosa ha pensato bene di fare il Governo?
Ovviamente, ha pensato di mettere eventualmente una tassa sulle scommesse per creare una specie di “Fondo Salva Calcio”: bravo l’Esecutivo Giallo-Rosso a risolvere la situazione.
Le perdite del settore ludico vanno ripianate
Ed a sostenere le perdite del gioco pubblico chi mai ci penserà? Bisogna dire che ci vuole una mente ben “spudorata” per pensare di tassare con una percentuale un comparto come quello delle scommesse che ancora non si sa se riaprirà e, sopratutto, quando.
Quindi, una percentuale di cosa? Si sta parlando del nulla: ma di questo “gesto” veramente poco carino il gioco non riesce a darsi pace.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro