Divieto pubblicità Scommesse: Colpa anche delle squadre di Calcio

Pubblicazione: 6 Maggio 2023 ore 09:00

divieto pubblicita scommesse colpa anche del calcio

Non c’è nulla da fare: il divieto della pubblicità ai giochi è un “grosso rospo da ingoiare” che è rimasto lì e non si riesce a mandare giù completamente e sta cercando di soffocare sia il mondo del gioco che le società sportive che guardano al passato ed agli interessi ed ai contratti “corposi” che hanno fatto la ricchezza di entrambi e che “maledicono” il famigerato Decreto Dignità che ha cambiato la vita di questi due comparti che andavano così bene tenendosi a braccetto percorrendo per anni l’identica strada piena di “risultati positivi”.

Così, mentre gli addetti ai lavori dell’italico gioco si stanno guastando lo stomaco continuando a cercare di digerire il provvedimento proibizionistico imposto da uno dei Governi precedenti, dove il Movimento Cinque Stelle aveva voce in capitolo, sono obbligati a guardare al di là dei nostri confini per curiosare come si comportano gli altri Regolatori sempre in relazione ai rapporti gioco d’azzardo-sport ed alle relative sponsorizzazioni che in altre realtà compaiono sulle magliette dei calciatori.

Dovevamo guardare alla Premier League Inglese

Per evitare, così, che il Governo inglese passi a vietare la pubblicità ai giochi anche in quella realtà, la Premier League si dichiara pronta a rinunciare ai loghi di società di gioco d’azzardo sulle maglie dei calciatori inglesi. Mentre il gioco italico che per molti anni è stato guardato a livello internazionale con curiosità ed ammirazione per la capacità di gestire il settore e la sua normativa, si trova oggi a guardare cosa stanno facendo gli altri Paesi in materia di pubblicità ai giochi: sopratutto, si guarda nella direzione del Regno Unito, territorio da sempre in sintonia con il gioco e le sue sponsorizzazioni ed il calcio che ne ha approfittato economicamente per tanto tempo.

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In Italia il gioco ed il Governo non vanno a braccetto

Ma il Governo inglese non “vuole passare alle vie di fatto” e diventare quindi totalitario e proibizionistico, come accade in Italia, e non vuole minacciare apertamente il gioco d’azzardo, né tanto meno le società sportive che desiderano esporre il logo delle società di gioco d’azzardo.

Sta accadendo, dunque, qualcosa di eclatante e che difficilmente potrebbe svilupparsi nel nostro Paese: le società sportive che appartengono alla Premier League per evitare un divieto totale ed una presa di posizione più forte da parte del Governo, si dichiarano disponibili a rinunciare al logo sulle maglie di gioco mantenendolo soltanto sulle maniche.

Ancora una volta l’Italia resta a guardare

Di di fronte a questa presa di posizione calcistica britannica, l’Italia e le squadre della Serie A, compresi i bookmakers legali ADM ed i migliori siti italiani sicuri di scommesse sul calcio, stanno a guardare e ripartono con un dibattito che per quanto riguarda il divieto della pubblicità al gioco ed alle scommesse non si è mai chiuso.

Ma che riceve spesso delle “scosse” che obbligano a riaprire quelle profonde ferite che lo stesso divieto ha procurato sia alle società sportive che a quelle del mondo dei giochi: veri e propri disastri economici che ancora oggi non si riescono a sanare e che richiedono un intervento da parte dell’attuale Esecutivo che si spera possa rientrare nelle righe del riordino nazionale dell’intero settore.

Riordino che, insieme a tutte le altre criticità ludiche, dovrà valutare anche questo “scoglio” contro il quale si sono infrante tantissime società di gioco dopo l’avvento del provvedimento di divieto pubblicitario.

Ma anche se sembra fatto apposta, lo stesso divieto torna ad essere di attualità politica e ad occupare le pagine delle testate settoriali: cosa accaduta in questi giorni con un’interrogazione presentata da una deputata di Alleanza verdi e sinistra nei confronti del Ministro dello Sport, Andrea Abodi, al quale si chiedeva come intendesse intervenire proprio per il noto divieto pubblicitario.

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Divieto della pubblicità al Gioco: Messo in discussione

Confrontarsi è sempre molto importante

Risposta che non è tardata ad arrivare: il Ministro ha sottolineato l’importanza di confrontarsi su questo tema che richiede un’ampia concertazione e poi un necessario percorso parlamentare. Parole che, onestamente, lasciano “il tempo che trovano” e che non smuovono sicuramente né le coscienze dei suoi interpreti, né lasciano intendere qualche intervento specifico a breve.

Ma la speranza è sempre l’ultima a morire e, quindi, si vuole continuare a guardare in giro per vedere come si affronta altrove, questo affare della pubblicità ai giochi ed alle scommesse e con che animo viene affrontata la cosa. E per ritornare al Regno Unito ecco che in quella realtà non si rimane alle parole, alle promesse, ai tanti discorsi fatti di “lana caprina”, ma si passa effettivamente ai passi.

Così nei giorni scorsi si è verificata l’assemblea degli azionisti di alto livello dei club della Premier Leauge che si sono dichiarati pronti a vietare alle società di gioco d’azzardo di fare pubblicità sulla parte anteriore delle magliette sportive, consentendo degli accordi che andranno a sviluppare la pubblicità soltanto sulle maniche: questo è da intendersi il pratico tentativo di evitare che sia il Governo centrale a decidere per loro, magari vietandola del tutto anche in previsione della pubblicazione dell’atteso Libro Bianco per la riforma del gioco con vincita in danaro.

Le squadre di calcio vogliono una tregua normativa

Libro Bianco che non dovrebbe includere divieti di questo genere da applicarsi sulle maglie di gioco: sempre qualora i club di calcio riusciranno ad arrivare ad un accordo “per conto loro” e senza ricevere imposizioni da parte del Governo. Può essere che la decisione definitiva slitti alla riunione estiva della Premier, e cioè nel mese di giugno: ma in questo caso non si sa oggi cosa potrà decidere il Governo nella stesura del “suo Libro Bianco” sul gioco con vincita in danaro.

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Il settore del gioco d'azzardo vuole essere riconosciuto sicuro e legale

Esiste la possibilità di prevedere un periodo di transizione, ma anche quella di non applicare le stesse limitazioni ai club della seconda divisione viste le perdite troppo ingenti per i loro bilanci che tali limitazioni comporterebbero.

Anche se le stime dei tagli alle entrate che subirebbero i Club di Premier sono piuttosto significative: si parla di 5-10 milioni di sterline in meno a stagione per gli otto team della massima serie calcistica che attualmente hanno come sponsor il gioco d’azzardo. In Italia le stime effettuate sull’impatto del divieto di pubblicità per il sistema calcio, e quindi per le perdite delle società coinvolte, si aggira a circa 100 milioni di euro l’anno.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.