Trentino: Ecco cosa hanno subito le imprese di Gioco
Proprio perché sembra davvero “in arrivo” il riordino nazionale del gioco, seppur con una tempistica che sarà alquanto difficile rispettare, “ci piace” fare un viaggio diciamo “retrospettivo” nel territorio della Provincia di Trento laddove sono davvero stati eliminati per l’arcinota presenza dei famigerati distanziometri un “mare di attività” di gioco che, comunque, dovranno forzatamente migrare in altri luoghi davvero poco rassicuranti dal punto di vista commerciale e, quindi, redditizio.
Guai creati, tanto per cambiare, dalla Questione Territoriale che special modo in quella determinata realtà ha procurato disagi e danni economici infiniti a quei “pazzi” imprenditori che hanno voluto credere nel business del gioco di Stato, magari pensando di essere tutelati da quest’ultimo visto che operavano proprio per suo conto: cosa che come ben si conosce non è accaduta.
Ed oggi, con l’arrivo della riforma ludica, si vuole vedere i danni che l’effetto espulsivo è riuscito a procurare a questi operatori così “inopportuni” nelle loro scelte di lavoro.
Ma, in realtà, quanti sono stati i punti di gioco eliminati da quel cosiddetto distanziometro espulsivo che era così ben presente nella realtà trentina? E dato che non finisce sicuramente qui questo particolare “stillicidio” quali e quanti saranno quelli che potranno ancora essere espulsi nelle prossime settimane? E nonostante all’orizzonte si stagli la struttura della riforma ludica che metterà fine (ed almeno si spera) a simili situazioni.
Una Legge con diversi anni sulle spalle
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Dunque, la Legge Provinciale di Trento risale al 2015, modificata con una successiva del 2018 che “vietava la collocazione degli apparecchi da gioco comma 6 ad una distanza inferiore a trecento metri” da una serie infinita di luoghi sensibili dettagliati minuziosamente nella normativa.
Ed un’ulteriore specificazione indicava che “gli apparecchi di gioco comma 6 posti a distanza inferiore dei 300 metri verranno rimossi entro sette anni dalla data di entrata in vigore della legge se collocati nelle sale da gioco” (e cioè entro il 12 agosto 2022) ed “ entro cinque anni negli altri casi (12 agosto 2020)” .
Ma quali e quanti sono in concreto gli spazi in metri quadri che non sono interessati dai divieti e, quindi, da ritenersi a disposizione per il gioco sul territorio della Provincia di Trento? E tenendo conto che taluni sono anche marginalizzati e non certo appetibili da un punto di vista commerciale: così per obbiettività si vuole riferire quanto segue ed anche perché “ci piace” far conoscere a chi ancora non ne fosse a conoscenza come è stato e come sarà comunque difficile per gli addetti ai lavori del gioco continuare a credere in un percorso commerciale che possa considerarsi utile a livello economico e che possa sostenere le singole imprese che in tale percorso vorrebbero ancora credere.
Una previsione del prossimo futuro
Dunque, vediamo un po’ quale potrebbe essere la previsione dei prossimi mesi: dal 12 agosto 2015 si è assistito ovviamente al blocco del mercato, non ci stiamo riferendo ai migliori siti legali ADM di gioco dov’è permesso divertirsi con il sette e mezzo con soldi veri, per quel che riguardava le installazione di nuovi apparecchi a causa del divieto poiché non esiste alcun locale utilizzabile e che non si trovi in luogo vietato.
Invece, dal 12 agosto 2020 primo termine di scadenza destinato alla rimozione degli apparecchi da esercizi chiamati generalisti, e che erano presenti rispetto all’entrata in vigore della legge, nessun esercente del territorio è autorizzato a tenere accesi di apparecchi poiché nessun esercizio si trova in luoghi “permessi” e non si trova la possibilità di vivere commercialmente in vie o numeri civici in cui la normativa consenta la presenza del gioco legale (accompagnato in ogni caso da un’autorizzazione rilasciata dalle istituzioni, ma che non risulta essere usufruibile).
Poi, dal 12 agosto 2022, secondo termine di scadenza per la rimozione degli apparecchi dalle sale da gioco, tutte quelle del territorio sono state obbligate a chiudere non essendo legittimate a tenere accesi gli apparecchi poiché si trovano in un territorio “interdetto” dal cosiddetto distanziometro. E non si può certo dire che commercialmente nella Provincia di Trento si offra uno scenario ludico positivo a livello economico!
Una situazione davvero scomoda
Infatti, proprio a suffragio di questa situazione decisamente scomoda per il gioco pubblico, e ricorrendo alle mappe stilate dai Comuni e dalle Questure nonché dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma anche da ricerche effettuate in banche dati è risultato che gli esercizi generalisti che nel 2019 offrivano gioco pubblico erano 84: in periodo successivo ed entrato in vigore il 12 agosto 2020 il termine del distanziometro degli apparecchi negli esercizi cosiddetti generalisti, il numero era sceso paurosamente a 9, registrando una riduzione dell’89% del servizio pubblico ed una concentrazione dell’offerta nelle aree periferiche risparmiate dal divieto quasi “totalitario” imposto dalla Provincia.
Così dagli esercizi generalisti “ci piace” passare a valutare le sale da gioco che nel 2021 erano 27 ed offrivano i propri servizi sul territorio del Comune di Trento. Con l’applicazione del distanziometro, le sale risparmiate da tali provvedimenti risultavano 5, con una riduzione dell’81,5% e sempre con servizio offerto in zone periferiche. E sempre rappresentando una situazione sempre più triste.
Così, volgendo uno sguardo globale sul gioco offerto sia nelle sale che negli esercizi generalisti dal numero di 111, oggi ci si trova con la presenza del gioco pubblico soltanto in 14 punti tenendo molto ben presente che questa offerta è dislocata nelle aree periferiche che sono state risparmiate dai divieti provinciali: si può dire ben poca cosa rispetto ai “progetti iniziali” del mondo dei giochi che contava parecchie presenze in più.
Le drastiche misure spesso non servono
Ma il tema che si pone in questi giorni nelle aule di Giustizia è quello di riuscire a comprendere se queste drastiche misure non siano tali da incorrere nella questione di legittimità costituzionale che tanti operatori trentini hanno sollevato.
Di fatto, forzatamente, si deve considerare che l’offerta di gioco delimitata in zone ristrette ed a margine della città rende inutile lo scopo per cui è stato creato il gioco pubblico: quello di tutelare la salute dei cittadini, che in quelle zone periferiche non è certo rappresentata al meglio, ma che forse spinge addirittura verso la compulsività qualche utente che si ritiene “nascosto” dallo stesso territorio certamente poco “commerciale”.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro