Partnership tra società sportive e Gioco: Diverse nei vari Paesi
In questi ultimi giorni, strano a dirsi, non si è parlato tantissimo del Decreto Dignità e del divieto delle pubblicità ai giochi ed alle scommesse in esso contenuto che ancora oggi, a distanza di anni, fa parlare di sé e non certo in modo positivo.
In effetti, si dilungano le riflessioni sul riordino nazionale dell’intero settore, sviscerando tutte le criticità che si sono impossessate delle sue diverse attività negli ultimi anni, ma non espressamente e così a lungo di questo divieto pubblicitario che ha portato con sé un notevole “abbassamento degli introiti” delle imprese di gioco e causato danni economici ad entrambe le categorie coinvolte in questi rapporto.
Rapporti commerciali sino ad allora simbiotici, soddisfacenti (e forse anche qualcosina in più di questo) e che permettevano alle stesse due categorie di effettuare investimenti nel loro ambito d’azione. Dopo la messa a punto del divieto pubblicitario in realtà, c’è stato il “buio totale” nelle società sportive ed anche in quelle del gioco che hanno subito danni di una certa entità.
Ragione per cui che non si stia parlando almeno della rivisitazione di questo provvedimento “suona” alquanto strano e lascia aperti i dubbi degli addetti ai lavori del settore che speravano davvero tanto in una sua rivisitazione corposa se non addirittura in una sua totale cancellazione.
Troppa pubblicità fa collassare il Sistema
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Cosa quest’ultima, però, che non appare realizzabile praticamente perché l’eccessiva pubblicità al gioco d’azzardo qualche problemino l’ha procurato e, quindi, il testo del divieto andrebbe magari non cancellato, ma rivisto cercando di tutelare gli interessi senz’altro dei minori, dei giocatori ma anche rivisto il rispetto della libertà di impresa.
Ma abbandonando questo specifico discorso circa la presa in carico della rivoluzione pubblicitaria da parte delle società sportive per quando riguarda la partnership con il gioco d’azzardo si vuole andare a curiosare quali sono i Paesi che applicano un divieto totalitario come il nostro, ed invece guardare cosa si fa in altre realtà comunque frequentate parecchio dal gioco, ricercato dai suoi assidui giocatori.
Ma esistono anche territori che stanno ridisegnando i confini di ciò che si può fare e cosa no in questo ambito ludico che, in ogni caso, solleva ovunque perplessità, disquisizioni e problematiche. È una visione a livello europeo che si vuole mettere in atto e così si intende cominciare dai Paesi che non consentono la pubblicità al gioco ed alle scommesse da parte di società sportive.
Ed in testa a queste realtà, naturalmente, ci si deve mettere il nostro Paese, il cui percorso di divieto pubblicitario è stato preso ad esempio dalle vicinissime Spagna e Svizzera, forse con qualche piccola variante che fa uscire questi Paesi dalla visione italica totalmente proibizionistica, e realtà territoriali che potrebbero seguire a breve come il Belgio e l’Olanda.
In alcuni Paesi le scommesse sullo sport sono molto considerate
Poi, invece, ci si trova a confrontarsi con le decisioni del Regno Unito dove il mondo dei giochi, ed i principali brand mondiali di scommesse online sullo sport, è tenuto in alta considerazione sia per l’economia di quel Paese, che per quanto riguarda l’occupazione, che per gli introiti che vengono usati, senza remora, per qualsiasi necessità indispensabile per il Paese.
La soluzione che è stata accettata dal Regolatore è quella di non ammettere la pubblicità del gioco in modo visibile: quindi, togliendola dalle magliette dei giocatori di calcio, ma lasciandola in parte sulle maniche.
Una sorta di intervento che appare molto in linea con un vecchio proverbio “un colpo al cerchio ed uno alla botte” di buona memoria che non è stato richiesto dal Governo, ma proposto dalle stesse società di calcio che temevano “imposizioni” peggiori e che hanno messo sul piatto questa loro idea che dopo svariate discussioni è stata accettata ed approvata.
Ed, infine, si vuole parlare della Francia che in questi giorni sta tirando le somme di ciò che può produrre questa partnership tra sport e mondo del gioco legale e sono dati decisamente interessanti: sono aumentate del 20% passando dai 34 milioni di euro del 2022 alla previsione di raccoglierne quasi 41 milioni nel corso del 2023. A questo si sono aggiunti nello scorso 2022, circa 15 milioni di euro di partnership sportive con operatori non autorizzati in Francia.
Si tratta, in special modo, di siti di casinò online, per gli scommettitori situati in Africa ed in Asia. La movimentazione consegna cifre ragguardevoli che devono far riflettere su di un’altra considerazione: l’insieme di tutte queste partnership rappresentano meno del 2% dell’importo totale dei contratti di partnership sportiva da parte del settore privato sempre in Francia, stimato in ben 2,5 miliardi di euro l’anno!
Dati ufficiali per capire meglio la situazione
E tali cifre non sono le cosiddette “voci di corridoio”, ma bensì dati resi noti da ANJ, Autorité nationale de jeux francese, a mezzo di uno studio avviato l’estate scorsa e mirato proprio alle partnership sportive instaurate dagli operatori di gioco con vincita in danaro: segno che questo “filone” anche in Francia sta sollevando qualche “pensiero”.
E forse anche di fronte a queste cifre “importanti” l’ANJ ha messo in campo alcune raccomandazioni per rafforzare la normativa di queste precise pratiche commerciali, rappresentate da una sorta di “tre Linee Guida” principali.
Quella per la tutela dei minori, la prevenzione ed il contrasto al gioco problematico e quella per la lotta agli operatori illegali. É del tutto evidente che il punto di vista di ANJ è più che chiaro: l’associazione tra sport e gioco d’azzardo rischia di stimolarne il consumo, favorendo a quel punto l’abuso del gioco, ma sopratutto potrebbe far avvicinare i minori allo stesso gioco, cosa che tutti i Regolatori non vogliono che accada, come è del tutto comprensibile.
Servono regole chiare e trasparenti per tutti
Ne discende che sia indispensabile una regolamentazione rafforzata di queste partnership e proprio in questo ambito l’ANJ nel luglio 2022 ha istituito un gruppo di lavoro che si occupa del problema in collaborazione con il Ministero competente per lo sport e con la Direzione generale della Salute ed altresì con la missione interministeriale per la lotta alla droga ed alle dipendenze. Tutto l’insieme fa parte di un progetto più ampio relativo alle comunicazioni commerciali con varie decisioni relative sia al contenuto della pubblicità che al loro volume.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro