Elusione evidente del divieto alla pubblicità sui Giochi
Senza alcun dubbio, il divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse è un “argomento decisamente caldo” che continua a far discutere anche perché diversi esperti si sono espressi caparbiamente sottolineando che il proibizionismo non ha mai regalato risultati positivi, anzi. Il proibire una cosa significa per tanti andare a cercarla… perché trasgredire rientra nell’essere umano che è un viaggiatore curioso della vita e dei suoi obblighi e dei suoi divieti!
Dunque, risulta del tutto ineccepibile la speranza di vedere tale divieto rivisitato in occasione del riordino anche perché, come si è anticipato nel titolo, troppo spesso questo provvedimento viene eluso “e preso in giro”.
Infatti, dopo il primo momento dalla sua nascita dove si è creato un grande scompiglio commerciale, piano piano si sono fatti strada siti internet che fanno “informazione sportiva” con lo stesso nome dei siti di scommesse sportive. Ed a questo punto 2+2 fa come si dice inevitabilmente quattro… ed il gioco è fatto ed il divieto è aggirato.
Siti in tv con una doppia personalità
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In effetti, agli occhi attenti di tanti telespettatori, non può essere sfuggito questo fatto e la comparsa appunto in TV di questi siti che hanno una “doppia personalità”, per così dire: così, se si guarda una partita di calcio, anche della Nazionale Azzurra, quando televisivamente si legge un nome che finisce con “bet.it” si deve interpretare che quel “bet” significa “scommessa”.
Forse occorrerebbero interventi da parte del Governo per rivisitare tale Decreto cercando di arginare delle “fuoriuscite” che continuano a comparire e che sono negative se si crede davvero che un divieto oltre modo totalitario in una Nazione democratica debba esistere.
Altrimenti, sarebbe senz’altro più semplice arginare la pubblicità del gioco e dei migliori casino online legali in altro modo ed in altra forma, sicuramente da studiare in modo attento per rispettare tutti: anche se rimane il fatto concreto che senza pubblicità al gioco legale si impedisce al giocatore di scegliere con ponderazione, permettendo che possa finire in un mondo di illegalità con tutto ciò che quest’ultimo si trascina dietro.
Dunque, onestamente, si può affermare che sotto questo profilo il “divieto” non sia giusto ed in ragione di ciò continua a farsi spazio, almeno nella mente di chi scrive, l’idea di un “cambiamento pubblicitario”. Servirebbe anche migliorare nel futuribile riordino la tutela del giocatore e la stessa legalità, coinvolgendo magari anche gli operatori del settore che dovrebbero essere maggiormente attivi in questo percorso.
Le indicazioni per fare meglio ci sarebbero anche
Nel frattempo, serve dare atto che la Commissione Antimafia nella XVII e nella XVIII Legislatura aveva dato indicazioni più che limpide: tracciando le singole giocate associandole al codice fiscale di ognuno, rendendo trasparenti i dati legati al consumo e rendendo più trasparenti le attività dei propri concessionari estendendo a tutta la catena produttiva i filtri antimafia, ed infine escludendo dalle scommesse le gare dei dilettanti e delle serie minori.
Ma sopratutto aumentando i controlli poiché non dovrebbe proprio esistere che un azienda di gioco venga controllata ogni 8-10 anni ed aumentando le sanzioni comminate.
Le indicazioni già tracciate dovrebbero essere le Linee Guida perfette per salvaguardare la salute dell’immenso popolo di giocatori: misure attente sia allo stesso giocatore che agli interessi sociali dei cittadini e la tutela del territorio.
Se si unisce a questo anche una rivisitazione-modificazione del divieto della pubblicità ai giochi che rispetti gli investimenti affrontati dagli operatori si avrebbe un gioco legale molto più sicuro, tutelato e divertente: le norme esistono, peccato che a volte non vengano rispettate come si dovrebbe e qui si aprirebbe un altro capitolo scomodo.
Una responsabilità da dividere tra piu soggetti
Però obbiettivamente la responsabilità non sarebbe tutta da attribuire soltanto agli operatori poiché stanno già combattendo in proprio per proporre un gioco legale sempre più attento facendolo gestire da persone informate e formate a questo scopo: infatti, in un punto legale di gioco devono esserci sempre persone che sanno cogliere anche il più piccolo “sforamento” all’uso del gioco e che possano intervenire per aiutare coloro che non riescono a gestire con consapevolezza la propria “voglia di gioco”.
E non è sicuramente con un divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse che le persone diventano consapevoli e responsabili: soltanto l’informazione, le campagne mirate, la conoscenza e la cultura del gioco possono essere strumenti intelligenti per proteggere un settore ed il suo popolo di frequentatori, la maggior parte dei quali non è sicuramente problematico.
Chi ama il gioco lo ricerca per divertimento ed intrattenimento, chi invece lo frequenta pensando che un eventuale vincita possa cambiare la loro vita già sbaglia in partenza: e sono forse le stesse persone che ricorrono al gioco illegale poiché senz’altro “paga di più” del gioco lecito e diventa per qualcuno più coinvolgente senza riflettere che questo coinvolgimento così esasperato è decisamente un’arma a doppio taglio che lo può trascinare nei punti oscuri del gioco d’azzardo.
Un divieto che torna sempre a far discutere
Dunque, che esista un divieto non pare un deterrente utile per queste persone, oltre ad essere negativo per i rapporti di collaborazione che il gioco può intrattenere con gli altri settori.
A chiusura di queste righe si vuole aggiungere al pensiero circa il divieto pubblicitario, anche quello che riguarda i distanziometri e le fasce orarie di accensione degli apparecchi di gioco: le famigerate Leggi Regionali “capestro” in pratica hanno messo in campo “tanti divieti operativi” per le attività ludiche, distruggendo l’economia di tanti territori con la chiusura di un numero imprecisato di piccole e medie imprese che “non rispettavano” le distanze dai cosiddetti luoghi sensibili.
Forse gli strumenti di controllo vanno utilizzati meglio
Anche questi, secondo chi scrive, possono assurgere all’essere tanti piccoli divieti: ma i risultati di tutto questo quali sono stati? Dopo anni che la normativa restrittiva è in essere, gli esperti hanno potuto constatare che vietando di giocare a determinate ore ed a “determinate distanze” non è diminuita la voglia di gioco e neppure la quantità di persone che sono state coinvolte nel gioco problematico, anzi.
Questi strumenti nati per contrastare appunto le derive del gioco si sono dimostrati non idonei agli obbiettivi che la normativa restrittiva voleva raggiungere: e si ritorna all’inizio di questo nostro scrivere, laddove il vietare ed il proibire non sempre hanno l’effetto desiderato…
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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