Divieto di pubblicità al Gioco: è ora di rimetterci mano?

Pubblicazione: 17 Aprile 2024 ore 18:24

divieto di pubblicita al gioco da rivedere e modificare

Da che mondo è mondo, come si suol dire, è risaputo che proibire una cosa di qualsiasi genere vale ad incentivarne il desiderio che si nasconde dietro la ricerca intrinseca della “disobbedienza” e dietro la “voglia di trasgredire” che ci accompagna sin da piccoli, come se facesse parte del nostro DNA.

Si deve passare, dunque, attraverso i canoni usuali dell’educazione e della cultura per far comprendere con il ragionamento cosa è bene fare e cosa invece non lo è: da qui si possono trarre dei risultati tangibili anche se magari raggiungerli può essere più difficoltoso, ma pare l’unico sistema “comprovato” per mettere in azione il cosiddetto “discernimento tra il bene ed il male”, tra ciò che è giusto e quello che invece non lo è.

Percorso che inequivocabilmente va affrontato dall’infanzia e con i “primi dettami educativi” che vengono insegnati ai nostri ragazzi e che gli stessi si porteranno come bagaglio educativo e culturale e che saranno di supporto da grandi nel compiere scelte oculate. Ma proibire, quindi, mai! Non sembra una buona strada da percorrere.

Una lunga promessa che dev’essere esaudita

Questa lunga premessa oggi tenta di accompagnarci nel cammino effettuato da qualche anno dal divieto totalitario e proibizionistico della pubblicità ai giochi ed alle scommesse che, come si ripete spesso, ha creato un vero e proprio terremoto economico sia nel mondo dei giochi che in quello dello sport, e specialmente nel calcio: i due settori coinvolti in modo particolare in questo famigerato Decreto Dignità che ha arrecato notevoli danni ad entrambi i settori che sino a qualche anno fa “viaggiavano in sintonia e sinergia” con riscontri importanti a livello di introiti per tutti.

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Rapporti che si sono dovuti “fermare” proprio grazie a quel divieto così fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle, e dal suo leader di allora Luigi Di Maio, acerrimo e dichiarato nemico del settore del gioco, delle sue imprese, dei suoi operatori e forse addirittura dei suoi lavoratori visto e considerato che sono coloro che maggiormente hanno dovuto “pagare dazio” per la chiusura di tante imprese che non sono riuscite a superare l’impasse dello stesso divieto.

Per “lasciar andare” il passato e per ripercorrere l’attualità a volte serve diventare pragmatici e prendere nota anche delle critiche cui viene sottoposto l’attuale Governo in tema di riforme costituzionali, special modo da parte di un senatore appartenente alle file del Partito Democratico ed ex sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia del Governo Conte, che non ci è andato leggero nel “giudicare” l’operato messo in campo sia per il riordino del gioco pubblico che per la riforma fiscale: il senatore non ha neppure mancato di esprimere il proprio parere sulla Legge Regionale sul contrasto della ludopatia del Piemonte: dunque, un “parere” a largo raggio dal quale l’Esecutivo non esce proprio “in bellezza”.

Le critiche sono interessanti se sono costruttive

Ma, ad onor del vero, servono anche le critiche e per questo si vuole valutare quanto espresso in relazione al riordino del gioco, argomento che più ci interessa e sul quale vorremmo sempre avere più notizie e più punti di vista proprio per allargare le sensazioni che tale tematica suscita a livello generale politicamente.

Eccoci, quindi, a svariare tra la riforma fiscale ed il riordino del gioco d’azzardo legale ADM ed a chiedere cosa dovrebbe prevedere quest’ultimo secondo il Partito Democratico: si parte dal principio di non proibire o vietare ovviamente il gioco, premette il senatore.

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Ma aggiunge che una politica seria dovrebbe contrastare la diffusione delle derive conseguenti all’abuso del gioco cercando di disciplinare in modo efficace, ma sopratutto equilibrato, l’offerta: da qui potrebbe discendere la tutela dei soggetti più fragili ed influenzabili.

L’offerta di gioco è indiscutibilmente cresciuta negli anni (e si potrebbe aggiungere anche per le risorse che la stessa riesce a riversare nelle casse erariali), insieme ai punti di gioco ed alla pubblicità che ancora regna a volte in modo “indiretto o sotto traccia”, ma che c’è ancora: con la conseguenza di aver fatto crescere la spesa insieme, purtroppo, alle derive problematiche che sono aumentate e che sono a carico delle varie Amministrazioni regionali e locali.

Alcune Norme sul gioco continuano a far discutere

Secondo il Senatore nelle Regioni, come in Piemonte, dove sono state abrogate le norme che avevano imposto dei limiti di distanza tra i locali con le apparecchiature da intrattenimento tra slot e Vlt ed i cosiddetti “luoghi sensibili” sia i giocatori che la spesa relativa al gioco ed i problemi sociali ed assistenziali sembrano aumentati.

Ma anche con questo risultato negativo sul quale comunque servirebbe riflettere in modo approfondito, non si dovrebbe di certo proibire il gioco, ma servirebbe regolamentarlo restrittivamente in modo da scongiurare il rischio che possa diventare fonte di dipendenza, e conseguentemente di povertà, visto che le persone coinvolte sembrano essere aumentate.

E qui chi scrive potrebbe anche aggiungere che sono aumentati anche l’uso della droga e dell’alcol quando addirittura queste due derive non “viaggiano addirittura in compagnia” procurando incidenti mortali che coinvolgono persone innocenti che hanno avuto l’unica colpa “di passare in quel posto” nel momento sbagliato…

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In ogni caso, la disciplina che regolamenta il mondo dei giochi non può di certo essere delegata alle Regioni od ai Comuni, ma deve essere definita a livello nazionale nei suoi principi fondamentali e deve cercare di affrontare in modo coerente tutti i complessi profili della materia che è sempre stata scomoda, difficile, complicata ma che proprio oggi con l’occasione della delega fiscale dovrebbe definitivamente essere affrontata, studiata e risolta.

Sopratutto, andrebbe provveduto alla stesura di un Testo Unico sul Gioco nel quale andrebbe sviluppata innanzi tutto la tutela dei soggetti più fragili ed influenzabili, quella dei minori e della regolamentazione dell’offerta.

La prevenzione al gioco compulsivo va sempre fatta

Con canoni precisi per accedere al gioco e gli strumenti indispensabili per farlo: come è indispensabile rivisitare anche i canoni fiscali e della pubblicità senza trascurare la prevenzione ed il contrasto del gioco illecito e delle attività di riciclaggio, questo particolarmente “frequentato” nel gioco d’azzardo illegale che con la sua gestione da parte della criminalità organizzata risulta essere un comparto più che “preferito” dalle stesse organizzazioni mafiose.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.