Disegni di Legge che fanno tremare il settore del Gioco pubblico
Il progetto legislativo per l’autonomia differenziata delle Regioni, fortemente voluto dalla Lega che ne ha fatto una sorta di “bandiera” del proprio schieramento politico, non c’è dubbio che metta in fibrillazione l’intera industria del gioco che, insieme a tutto il suo comparto guarda con più interesse il criterio nazionale e nazionalista del Premier Meloni che tende proprio all’unità del territorio e non alla “spezzettatura” del medesimo.
La maggioranza è solida al momento, nonostante girino parecchie voci di corridoio che danno litigi interni (ed esterni) che mettono a volte in difficoltà il Presidente del Consiglio che, però, con la sua innata caparbietà “tiene botta”!
Ma adesso si vuole ritornare alla Legge per l’autonomia differenziata delle Regioni soltanto per sfiorarne il discorso perché non ci si vuole addentrare più di tanto nel risvolto politico non ritenendo questo il luogo più adatto per quel tipo di discorsi nei quali difficilmente, e per scelta personale, si vuole entrare più di tanto.
Gioco e Regioni dialogano poco
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E per quel che si può pensare riguardo al mondo dei giochi in relazione al progetto legislativo leghista, non può che sorgere spontanea una semplicissima domanda: “Ma se il gioco pubblico sino ad ora ha dovuto subire “l’irascibilità” di alcune Regioni, se queste dovessero arrivare ad avere maggiore forza amministrativa e regionale dove mai finirebbe il sistema-gioco con le sue imprese, i suoi operatori ed i suoi lavoratori?”
Non pare ai più che già tutto il comparto ludico sia stato sempre troppo in balia delle realtà territoriali? E chi si può dimenticare delle Leggi Regionali “capestro” sul gioco d’azzardo legale e consentito che hanno rovinato la vita commerciale del gioco almeno da una decina d’anni?
E cioè da quando è sbucata dal nulla quella famigerata Questione Territoriale che ancora oggi è in vita e pienamente operante e che pende come una “spada di Damocle” sulla testa dei vecchi e dei nuovi operatori (se ne esistono): Questione che si deve sperare di eliminare con il futuribile riordino nazionale del gioco.
La speranza è l’ultima a morire
In questo provvedimento istituzionale si riversa dunque tutta la fiducia e la speranza delle attività ludiche che altrimenti non avrebbero davvero più pace… né introiti.
Ma oltre alla rammentata Questione Territoriale, davvero incombente per gli addetti ai lavori, forse l’aspetto che più interessa l’industria del gioco è l’effetto che un ulteriore potere alle Regioni potrebbe avere sulla distribuzione dei punti di gioco: infatti, si teme cosa potrebbe accadere in caso di maggiori poteri concessi a determinate Regioni da sempre schierate contro il gioco d’azzardo. Sono i territori come l’Emilia-Romagna, che da sempre ha dichiarato guerra all’intero settore ludico, che creano davvero forte preoccupazione visto che in quella realtà tante attività di gioco sono state costrette a reinventarsi nuove aperture di attività ludiche ricollocandosi in posti messi a disposizione in zone periferiche e sicuramente non prettamente commerciali come l’iniziale posizione scelta per svolgere il proprio compito di rappresentante dello Stato.
In effetti, anche se dispiace ricordarlo ancora una volta, questa è la realtà che il gioco pubblico è costretto a vivere in quel territorio e non soltanto in quello: in quel dell’Emilia-Romagna tanto gioco legale è stato proprio espulso dai territori di competenza “senza se e senza ma”, con il risultato di doversi davvero reinventare e riavviare un’altra attività. Senza soffermarsi su tutti i costi economici che ciò comporta ed anche con l’impegno psicologico che i gestori hanno dovuto mettere a disposizione per cambiare utenza e ricostruirne una…. nuova da un’altra parte.
Un futuro del Gioco ancora tutto da scrivere
Dunque, questo è ciò che aspetta il gioco nel caso in cui alcune Regioni dovessero avere più “prestigio e più potere”? Sicuramente non è un bel futuro che attende le attività di gioco che, al momento, hanno nella mente e nel cuore soltanto il tanto atteso riordino settoriale e non si aspettavano un “avanzamento regionale” di questo genere: così, tutti gli addetti ai lavori sono ritornati ad essere in apprensione per lo scenario che potrebbe presentarsi all’approvazione di questo benedetto progetto leghista.
Ed il vedere così nero davanti a loro, ovviamente, contribuisce l’esperienza già acquisita e vissuta negli ultimi anni con le famigerate Leggi Regionali “capestro” sul gioco che non hanno consentito di lavorare in pace ad alcun operatore che disgraziatamente avesse la propria attività nella prossimità dei cosiddetti luoghi sensibili.
Ma come chi segue il gioco sa non è tutto qui: il quieto vivere per il gioco in alcuni territori è diventato, purtroppo, impensabile. E davvero potranno esserci investitori che cambieranno il loro oggetto di investimento se non vi sarà dopo il riordino nazionale la sicurezza di poter lavorare in pace.
Basta fare danni inutili
Dunque, via un annoso problema come la Questione Territoriale che ha già fatto abbastanza danni, all’orizzonte se ne presenta sulla carta un altro ed il settore ludico ormai allo stremo delle forze teme veramente questo progetto targato Calderoli-Lega che potrebbe davvero intralciare il cammino già alquanto provato del gioco pubblico che ha dovuto vivere ultimamente “arrangiandosi” nello dribblare distanziometri ed altre nefaste normative.
Per far sentire gli operatori del gioco più al sicuro, però, “ci piace” evidenziare il parere di alcuni esperti in diritto costituzionale secondo i quali alla luce della giurisprudenza già formatasi, il tema dell’autonomia differenziata non dovrebbe incidere nei confronti del mondo dei giochi e sulla loro distribuzione sull’italico territorio.
La Giurisprudenza applicata al settore dei Giochi
Infatti, già allo stato attuale le regioni sono titolari di competenza legislativa e più di quello che è stato messo in campo non si potrà fare! Secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale, applicata al gioco, si potrebbero individuare due categorie di norme: una che disciplina il contrasto al gioco illecito cioè quelle che individuano i giochi leciti e che regolamentano l’installazione e l’utilizzo degli apparecchi di gioco ed un’altra categoria a contrasto del gioco problematico attraverso la limitazione della distribuzione dei locali od all’apposizione delle distanze dai luoghi sensibili.
Dunque, le Regioni hanno già potere per intervenire con strategie mirate ad inibire l’esercizio di sale da gioco al di sotto della distanza minima dai luoghi sensibili: insomma, il potere futuro delle Regioni se passerà il progetto leghista non dovrebbe incidere sulla loro “forza istituzionale” (purtroppo) già esistente.
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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