Val D’Aosta: Guerra tra slot machine del Casinò e quelle dei privati

Pubblicazione: 13 Aprile 2019 ore 12:00

guerra tra slot machine in valle aosta

Non si vorrebbe usare la frase “guerra tra poveri” perché certamente non si tratta di “poveri”, ma una sorta di guerra tra gli stessi segmenti commerciali questo sì e comparti che, in ogni caso, non stanno passando uno dei loro migliori periodi commerciali: si parla delle apparecchiature da intrattenimento, le famigerate slot machine, poste all’interno del Casinò di St.Vincent e gli stessi, identici apparecchi gestiti invece da “aziende private” che sono situati su quel territorio.

Due pesi e due misure differenti, secondo taluni, che fanno nascere riflessioni e turbamenti per un iniquo applicarsi della legge e per atteggiamenti non equilibrati nel trattare le stesse identiche disposizioni.

É fin troppo evidente che questo tipo di atteggiamento, ed il conseguente comportamento delle istituzioni, “stia alzando un polverone”: si vuole, infatti, sapere il perché il Consiglio dei Ministri abbia mai deciso di non impugnare la Legge Regionale della Valle d’Aosta sul gioco, legge considerata “ambiguamente” favorevole al Casinò valdostano e che così mette in essere una diversità di trattamento tra gioco pubblico ed i Casinò (in generale), ma in modo particolare come detto quello di St.Vincent.

Occhio al distanziometro

Secondo taluni, infatti, le Case da Gioco tradizionali presenti in Italia dovrebbero essere soggette anch’esse al distanziometro tanto più che le slot che vengono ospitate in queste strutture sono, senza dubbio, molto più appetibili in termini di payout e, quindi, rappresentano un pericolo maggiore nei confronti del gioco problematico essendo più “accattivanti e coinvolgenti” e che, quindi, incentivano il gioco.

Da qui nasce la necessità di comprendere questa mancata impugnazione della Legge Regionale valdostana del 2018: l’interrogazione viene posta sia al Presidente del Consiglio, che al Ministro dell’Economia e delle Finanze, che al Ministro della Salute e per finire a quello degli Affari Regionali e le Autonomie.

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Nel contempo, naturalmente, si vorrebbe anche sapere quali iniziative si potranno intraprendere dalle istituzioni, ognuno per la propria competenza, per garantire il rispetto della parità di trattamento tra l’offerta del prodotto gioco da parte dei Casinò e quella degli esercizi “a gestione privata”: tutti ugualmente autorizzati dallo Stato.

Normative limitanti verso il Gioco d’azzardo

Sul territorio italiano le Case da Gioco operanti, attualmente sono soltanto tre: St.Vincet, Venezia e Sanremo mentre quella di Campione d’Italia, dichiarata fallita nella gestione lo scorso anno è in attesa di “conoscere il proprio destino”, decisione ed intervento che dipende dal Governo centrale.

Molte Regioni e molti comuni hanno emanato, o sono sul punto di emanare, norme alquanto limitative dell’offerta del prodotto gioco sui rispettivi territori: ma questo succede solo nei confronti di coloro che gestiscono “privatamente” un’attività di gioco.

Tali norme arrivano a vietare l’avvio di nuove attività, oppure impongono la chiusura di quelle esistenti, disponendo inoltre norme oltre modo rigide in materia di accensione e spegnimento delle apparecchiature da intrattenimento: non risulta che la normativa regionale e comunale di determinati territori venga applicata in modo analogo alle Case da Gioco rispetto agli esercizi gestiti da aziende private.

Per questo sembra lecito chiedersi quali siano le reali motivazioni che abbiano portato il Consiglio Regionale della Val d’Aosta ad approvare la legge sul gioco di cui si sta parlando in queste righe.

Se questo percorso sia stato dettato per far fronte al dilagare del fenomeno del gioco problematico, oppure dall’esigenza di risollevare le sorti della Casa da Gioco di St.Vincent “ostacolando formalmente il dilagare di questo fenomeno, ma soltanto del gioco d’azzardo gestito da aziende private”.

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Certamente, è una domanda particolare, difficile e che rimarrà senz’altro senza “soddisfazione” perché probabilmente coinvolge troppo direttamente gli interessi che lo Stato si ritrova nello stesso Casinò, come in altre strutture dello stesso genere.

Fare attenzione ai luoghi sensibili

Anche se forse sarebbe giusto mettere fine alla ingiustificata differenza di trattamento tra offerta di gioco nelle varie Regioni ed allargare le disposizioni restrittive messe in campo per le aziende “private” anche a quelle delle Case da Gioco, particolarmente con riferimento all’intesa raggiunta il 7 settembre 2017 in Conferenza Unificata ed al decreto su base nazionale relativo ai luoghi sensibili che dovrebbero estendersi inevitabilmente appunto all’offerta di gioco proposta dai Casinò.

Ma da dove provengono tutte queste riflessioni? Facile qui rispondere: da un articolo dell’inizio del mese di marzo nel quale si sottolineava: “Valle d’Aosta, guerra alle slot, ma solo per salvare il Casinò”: in quelle righe ci si soffermava a sottolineare che nella Legge Regionale del 2018 veniva disposta l’anticipazione al 1° giugno 2019 delle norme che disponevano la chiusura degli esercizi con attività di gioco prevalente (data in origine fissata al 2023) e di quelli con l’offerta di gioco a carattere secondario (data fissata al 2020).

Questi provvedimenti sono ricolmi di contraddizioni, ma avrebbero comunque condotto alla approvazione della famosa Legge che secondo taluni dovrebbe incarnare un percorso legislativo per combattere “la dilagante piaga della ludopatia”: ma evidentemente e praticamente applicabile solo agli esercizi a gestione “privata” e non alla struttura della Casa da Gioco di St.Vincent. Perchè? Forse in quelle strutture non si gioca d’azzardo? Ed anche a volte in modo (economicamente) “pesante”

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Il Gioco sano non è pericoloso

Sopratutto se si vuole guardare, con occhio obbiettivo, alla maggiore “pericolosità sociale” dell’offerta di gioco all’interno dei Casinò: infatti, le Case da gioco anche in ragione della loro più conveniente tassazione possono permettersi di destinare una percentuale maggiore alle vincite, che si attesta a circa il 98% del giocato, rendendo di conseguenza alquanto più interessante il gioco sugli apparecchi installati nei Casinò piuttosto che su quelli presenti in altri esercizi gestiti da soggetti privati che sono, invece, soggetti ad un livello elevatissimo di tassazione e hanno la necessità di limitare tale percentuale.

Alla fine delle riflessioni e delle domande che ci si è posti, ed a chiusura di questo articolo, bisogna senza dubbio dire che dovrebbe essere considerato prioritario l’interesse alla tutela della salute rispetto a quella della libera iniziativa economica: ma non appare assolutamente giustificato un diverso trattamento tra l’offerta di gioco dei Casinò e quella degli esercizi diversamente gestiti da privati. Entrambi, infatti, dovrebbero essere soggetti alla stessa normativa, nel bene o nel male, ma purtroppo talvolta non è così.

 

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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità.